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Da: Fondazione Acaref Onlus

A Porotto grande successo per la camminata ludico sportiva organizzata per raccogliere fondi in favore della ricerca scientifica per sconfiggere l’atassia

Oltre centocinquanta podisti hanno partecipato alla prima edizione di Run for Time lo scorso 9 settembre a Porotto, una camminata di sette chilometri non competitiva organizzata per raccogliere fondi a favore della Fondazione A.C.A.RE.F di Ferrara. Non solo sport e divertimento, dunque, ma una vera e propria corsa per la solidarietà e il tempo, quello che manca ai malata di atassia, una grave forma di malattia degenerativa incurabile che toglie progressivamente e velocemente la capacità di muoversi ed ha sempre un esito negativo. Alla partenza i membri di molte società podistiche del territorio, appassionati di nordic walking, persone di tutte le età e tanti bambini ma anche alcuni atassici che, insieme ai volontari dell’associazione, hanno “camminato” simbolicamente insieme agli altri. Sono loro che la Fondazione A.C.A.RE.F spera di mandare presto sul podio, vincendo la corsa verso la cura dell’atassia. Il ricavato dell’iniziativa servirà, infatti, per finanziare il progetto di ricerca che partirà in questi giorni presso l’Università di Ferrara che punta, appunto, a trovare nuove strade per bloccare l’avanzata della malattia e il suo decorso. L’evento è stato organizzato grazie alla collaborazione tra A.I.S.A Ferrara Onlus (Associazione Italiana Sindromi Atassiche) – che da diversi anni si occupa di finanziare la ricerca per la lotta alle sindromi atassiche – e le Polisportive ASD DORO, Vigaranese X Martiri, Camminatori senza confini Ferrara, Porottoinsieme ed aveva il patrocinio del Comune di Ferrara e di UISP. L’iniziativa ha, inoltre, avuto il sostenuto di diverse aziende del territorio che hanno scelto di appoggiare Run for Time con un gesto di solidarietà: Copma, Le Due Valli di Ostellato, Cooperativa Giulio Bellini e Sima Bio; le aziende agricole del territorio: Emanuele Zucchini di Gorgo, Fabio Visentini di San Nicolò, Berto Adriano di Fondo Reno e altre di Porotto; Farmacie Comunali di Ferrara E Cassa Padana; Motoclub Ferrara; Piùweb; Green Life
Info: www.acaref.org

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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