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Da: Organizzatori

Sabato 29 ottobre alle 10,30 le porte di Spazio Crema si riaprono al pubblico per ospitare, nell’elegante cornice del palazzo al civico 13 di via Cairoli, un incontro culinario- didattico inserito nella rassegna sul tema agroalimentare avviata lo scorso settembre: ‘La zucca di Ferrara. Tortelli e non solo tra storia e cultura. Show cooking a cura dell’Istituto Vergani- Navarra di Ferrara’.
Il ciclo di conferenze ‘Dire, fare … mangiare’, con iniziative che mirano a formare un consumatore più consapevole e attento alla propria salute, si svolge infatti presso la sede della Fondazione Carife, che mette a disposizione della città i propri spazi per farvi convergere eventi che uniscono la cultura del vivere sano con la promozione dei prodotti del nostro territorio.
Per il prossimo appuntamento l’Istituto ‘Vergani – Navarra’ propone un approfondimento del prodotto agroalimentare che nell’immaginario collettivo è da sempre associato a Ferrara e alla sua tradizione culinaria: la zucca. Ne verranno illustrate le proprietà nutritive suggerendo nel contempo ricette creative che ne evidenzieranno la grande versatilità in cucina.
Il programma prevede, dopo gli onori di casa del Dr. Pier Carlo Scaramagli, Vice Presidente della Fondazione Carife, i saluti della Prof.ssa Roberta Monti, Dirigente Istituto Vergani- Navarra, che introdurrà lo show cooking del Prof. Liborio Trotta, Chef e Direttore Tecnico della scuola alberghiera, che con i suoi allievi di cucina (Francesca Caprifogli, Angela Perboni, Antonio Tarallo) illustrerà come preparare alcune particolari ricette. Seguirà il Prof. Massimo Pagano, Maitre, che con l’aiuto dei propri allievi di sala (Samuele Aleotti, Nicola Berto, Lucia Dimitriu, Tatiana Massarenti) mostrerà come preparare cocktail e bevande ispirati alla zucca. Infine, la Dott.ssa Claudia Artioli, responsabile Scenografia Conviviale, interverrà sul tema: ‘I colori dell’autunno in tavola con la zucca’, nell’ambito del quale darà dimostrazione di come il nostro ortaggio possa diventare originale decoro di eleganti tavole autunnali.
L’incontro, ad ingresso libero e gratuito, terminerà con un assaggio offerto al pubblico presente.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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