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Da: Ufficio Stampa – Ascom Ferrara

Giulio Felloni Presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara riflette su ll’indagine realizzata dalla Confcommercio – presentata in questa ore – che fotografa un Paese: “Che da un lato ha l’entusiasmo e la voglia di ripartire, con le proprie eccellenze e professionalità degli operatori; dall’altro deve affrontare con estrema preoccupazione una pesantissima contrazione generalizzata dei ricavi che vanno dal 50 al 70%. Dobbiamo impedire che questa situazione trasformi una temporanea difficoltà alla ripartenza in una chiusura definitiva nei prossimi mesi”. Un rischio paventato da quasi un 30% degli imprenditori intervistati dal campione nazionale. Aziende che fanno chiaramente riferimento alla urgente necessità di ricorrere a prestiti (il 50% degli intervistati) alla difficoltà di pagare i fornitori (40%) o all’impossibilità di sostenere i costi fissi (43%). “U na tempesta perfetta” come l’ha definita il Presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, causata dalla contrazione dei fatturati e simultaneamente dalla mancanza di liquidità. : “Il sistema bancario – prosegue Felloni – deve fare la sua parte e finalizzare con estrema urgenza i finanziamenti specie quelli fino ai 25mila euro, eliminando il più possibile ogni vincolo burocratico”. Così come permane la forte preoccupazione per il ritardo nell’erogazione della cassa integrazione ai dipendenti. Ed è per questo aggiunge Felloni che Confcommercio si sta impegnando a livello nazionale, regionale e locale per ottenere assistenza e liquidità per le imprese: tra questi interventi, merita una valutazione attenta : “La prossima concreta e positiva iniziativa del Comune di Ferrara che prevede finanziamenti a fondo perduto per le imprese e che dovrà essere realizzata con il supporto preventivo delle associazioni di categoria: la richiesta agli assessori Fornasini e Travagli è di costruire insieme un meccanismo agile e semplice per intervenire in modo omogeneo a favore di tutti i comparti (che comprende anche gli alberghi) danneggiati dalla fase di chiusura e che stanno facendo i conti con una crisi anche di liquidità mai vista in precedenza. Un segnale di fiducia che gli imprenditori ferraresi si aspettano” considera Felloni.
Una situazione che mostra comunque spiragli di sereno: “Tra gli elementi che oggi, con l’apertura dei confini regionali, inducono a riflessioni positive ci sono la graduale ripartenza degli eventi con l’incoraggiante avvio della mostra di Banksy, la riapertura del restaurato palazzo Schifanoia, della Pinacoteca Nazionale e sabato (06/06) anche del Castello Estense, autentici gioielli del nostro patrimonio turistico. Il recente ponte del 2 giugno inoltre ha visto gente passeggiare in città e le code per raggiungere i Lidi: tutto questo è destinato ad avere naturali ricadute sull’indotto ed è un assaggio di ritorno alla normalità in tutto il territorio provinciale. E lementi che suggeriscono un immediato cambio di passo a favore delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi che hanno bisogno ora di liquidità e fiducia per cogliere gli spunti di ripresa” conclude Felloni.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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