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Da: Portavoce del Comitato Vittime della Pubblica Amministrazione

L’associazione denominata «Comitato Vittime della Pubblica Amministrazione», aveva organizzato per martedì 17 settembre p.v. dalle ore 19:00 alle ore 21.00 in via Garibaldi davanti a via Croce Bianca una pubblica manifestazione per denunciare al parere collettivo, l’inerzia dei lavori di rifacimento della via Croce Bianca in Ferrara, che da un anno la tengono
bloccata e l’assenza di manutenzione alla fognatura nel segue numerazione di via Oroboni.
Oggi, presso il Comune di Ferrara, si sono incontrati: l’assessore Andrea Maggi (con deleghe: Sport, Lavori Pubblici, Urbanistica, Edilizia, Rigenerazione Urbana) accompagnato dal Dirigente del Servizio infrastrutture Mobilità e traffico – ing. Antonio Parenti, e dall’ing Capo del Comune –
Luca Capozzi ed una delegazione del Comitato Vittime della Pubblica Amministrazione, per trovare una soluzione condivisibile relativamente al problematica delle due vie citate.

Durante la discussione, il Portavoce del Comitato Ferrante ha dichiarato: “E’ emerso che il macroscopico ritardo nel sistemare la strada è imputabile prevalentemente all’amministrazione comunale precedente per non aver controllato lo svolgimento dei lavori nonchè il rispetto della tempistica assegnata ad Hera per il termine del cantiere”.
A seguito di un serrato confronto, le due delegazioni si sono lasciate con l’impegno che il Comune di Ferrara, domani venerdì 13 settembre, solleciterà per iscritto Hera ad aumentare le risorse, in termini di uomini e mezzi, per finire in tempi più rapidi del previsto mese di novembre, il rifacimento della via Croce Bianca e vigilerà sullo svolgimento dei lavori.
Per quanto riguarda il rifacimento della fogna di via Oroboni-segue numerazione, l’assessore Maggi si è assunto l’impegno di cercare un percorso di fattibilità che possa superare gli attuali ostacoli. L’assessore ha precisato che ci vorrà un po’ di tempo, ma si è fiduciosi sulla possibilità.
La delegazione del Comitato si è dichiarata soddisfatta dell’incontro e degli impegni assunti, annullando di conseguenza la manifestazione indetta per il 17 p.v..
Per qualsiasi comunicazione scrivere esclusivamente all’indirizzo di posta elettronica:« vittimepubblicaamministrazione@gmail.com »

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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