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Da: Comune di Bondeno

Via Dazio chiuderà per lavori urgenti programmati dal Consorzio di Bonifica di Burana, comportando una serie di misure di variazioni alla circolazione stradale. Il comando della Polizia Municipale dell’Alto Ferrarese ha predisposto infatti un’apposita Ordinanza per la chiusura di Via Dazio, nel tratto compreso tra la frazione di Santa Bianca e l’intersezione che la via di comunicazione forma con l’ingresso al Polo Sanitario del Borselli. Una chiusura che scatterà da lunedì 22 giugno, con l’avvio del cantiere del Consorzio di Bonifica che sarà necessario per il rifacimento della facciata della chiavica idraulica situata a ridosso del corso del fiume Panaro (si veda Planimetria allegata). Contestualmente, il Consorzio ha predisposto la posa in opera di alcuni pali di fondazione, che serviranno per il rinforzo arginale in corrispondenza del ponticello che si trova nel complesso idraulico. Un intervento piuttosto delicato, insomma, affidato dal Consorzio di Bonifica alla ditta CAM Perforazioni Srl di Pesaro, e che ha comportato la decisione dell’interdizione al traffico di Via Dazio per tutta la durata del cantiere, che dovrebbe arrivare a conclusione il 31 luglio 2020. La chiusura della via prevede alcune deroghe parziali per i residenti, i mezzi diretti ai fondi agricoli della zona. Per i quali, inevitabilmente, il percorso cambierà: i residenti potranno farlo, ma a condizione di percorrere la Sp 9 per Casumaro fino all’abitato di Santa Bianca, dove dovranno poi percorrere l’argine del Panaro in direzione Bondeno. Per tutti gli altri cittadini che utilizzano abitualmente Via Dazio come via alternativa per raggiungere Casumaro o Cento, la strada sarà invece interdetta fino a lavori ultimati. Saranno ammessi al transito i veicoli funzionali al cantiere, ed i mezzi di soccorso e polizia. L’apposita Ordinanza predisposta dagli uffici della Polizia Municipale prevede che le variazioni intervenute nella circolazione stradale siano adeguatamente segnalate, così come la presenza del cantiere e di eventuali ingombri presenti sulla carreggiata, e questo per tutta la durata delle operazioni. I lavori, come per il restauro della Botte Napoleonica avvenuto circa un anno fa, si rendono necessari per implementare la sicurezza idraulica di un territorio da sempre caratterizzato dalla presenza di numerosi corsi d’acqua.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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