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18 Luglio 2014

Solitudine Social

Tempo di lettura: 2 minuti


da: Claudio Riccadonna

“Verus amicus conoscitur amore, more, ore, re”!” Il vero amico si riconosce per l’affetto, per il comportamento, per le parole ed i fatti”! Locuzione proverbiale latina di grande impatto ed intensità che indica il valore sacro e strutturalmente rilevante dell’amicizia. Un’enfatizzazione di un legame forte e coeso, che si esplicita nella con-divisione di idee, sentimenti e progetti, nella vicinanza emotiva, nella propositiva ed empatica compartecipazione ai dolori e alle gioie dell’altro.
Tuttavia oggi, nell’era del più asettico ed esasperante individualismo, della distanza emotiva, del parlare “verso gli altri” piuttosto che “con gli altri”, dell’indifferente e drammatica ”dispatia”, questa definizione “antica”risulta anacronistica, proprio perché dichiaratamente “altruistica”.
Comunque non è più un problema! L’era digitalizzata ci viene in soccorso, è in grado di “produrre” e fabbricare amicizie su misura, come e quando vogliamo e quante ne desideriamo, forse cinquanta, duecento, mille…C’è facebook, social network all’avanguardia da qualche anno, e basta un semplice click per stringere uno “pseudolegame” con chiunque; basta un’ulteriore cliccata per cancellare dal tuo profilo amicizie divenute improvvisamente scomode o di troppo.
Sì… nell’era del computer non dobbiamo più nemmeno faticosamente affaccendarci per reperire i nostri amici, per quanto siano virtuali, incorporei e smaterializzati; d’altra parte la superficialità e l’evanescenza dei rapporti umani porta forse a privilegiare relazioni sterili e inconsistenti… Poi la soddisfazione di vedersi qualche “mi piace” o qualche condivisione sul proprio profilo. Oltretutto questi “compagni d’avventura” sono sempre sorridenti e pronti ad ascoltarti in ogni circostanza!…
Forse, tuttavia, meglio del nulla, nell’era trionfante della più drammatica ed esasperante solitudine!

Claudio Riccadonna, Ala (TN)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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