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Da Consorzio “Wunderkammer”

Scritto dall’associazione ferrarese Basso Profilo è tra i 26 progetti che passeranno alla seconda fase del bando Print.
Il concorso pubblicherà i migliori 10 testi nazionali sulla rigenerazione urbana

Il progetto ‘Smart Dock. Tattiche di riuso intelligente della darsena di Ferrara’ è tra i 26 che hanno passato la prima fase del bando PRiNT, il concorso che pubblicherà in autunno i migliori 10 testi nazionali sulla rigenerazione urbana. Smart Dock, vincitore dell’edizione 2016 del bando regionale ‘Giovani per il territorio’, è infatti tra i testi sulla rigenerazione urbana selezionati nell’ambito della call PRiNT, che intende raccontare le migliori pratiche di rigenerazione urbana presenti sul territorio italiano. Dopo aver individuato chi tra i 99 progetti partecipanti ha passato la selezione, ora la direzione di New Fabric, insieme a Pacini Editore, sceglierà i dieci migliori casi di rigenerazione urbana, che verranno pubblicati nel prossimo volume della collana New Fabric della Pacini Editore in uscita in autunno.

Smart Dock è un progetto ideato e coordinato dall’APS Basso Profilo, che a partire da marzo 2015 si è articolato in una serie di azioni cofinanziate dalla Provincia di Ferrara, APS Basso Profilo, AMF-Scuola di Musica Moderna, Consorzio Wunderkammer, associazione Fiumana, patrocinate dal Comune di Ferrara e realizzate grazie alla collaborazione del Dipartimento di Architettura/CITER, dei cittadini e di una nutrita rete di partner tra i quali l’APS Encanto, l’ASD Canoa Club Ferrara, il battello Nena e il Circolo Canottieri.

«Smart Dock – spiega Leonardo Delmonte, presidente di Basso Profilo, ideatore e coordinatore del progetto – è un invito a riconquistare il fiume rivolto alla cittadinanza e in modo particolare alla popolazione giovanile. L’impatto prodotto dal progetto per la comunità è stato molto alto. Nel 2016, in 9 mesi di progetto, hanno partecipato in maniera diretta alle azioni promosse circa 3000 giovani». Secondo il presidente di Basso Profilo, «l’iniziativa ha contribuito alla riscoperta della darsena da parte dei ferraresi. Una riappropriazione perseguita grazie ad un percorso di consapevolezza, ma anche e soprattutto ludica, attraverso giochi dei bambini e il coinvolgimento degli adolescenti, con momenti di sport e festa». In tal senso, «Smart Dock ha condotto un’azione concreta per sottolineare l’importanza della dimensione della cura e del tempo in un percorso di rigenerazione urbana. Il coraggio e la forza per sfidare un terreno difficile, come quello del Quartiere Giardino, la grazia e la pazienza per mantenere vivo il cambiamento».

“Uno degli obiettivi più importanti raggiunti, anche se meno visibili ed eclatanti – evidenzia Maria Giovanna Govoni, presidente del Consorzio Wunderkammer che ha partecipando e co-finanziando il progetto – è quello di aver raccolto attorno a Smart Dock diversi partner che hanno lavorato e co-progettato assieme un percorso, un processo di riappropriazione civica di questa parte della città attraverso numerose iniziative, integrando il progetto con le attività che gli appartengono di più”. Smart dock, in questo senso, ha catalizzato in maniera positiva le diverse singolarità presenti nel Consorzio, a favore della collettività. «Esattamente il concetto che sottende a quello della Wunderkammer – commenta Govoni – la “camera delle meraviglie” dove oggetti diversissimi raccolti insieme creano un unicum straordinario. Grazie a Smart Dock Wunderkammer ha consolidato il suo essere “Laboratorio di Innovazione Culturale” e la darsena di Ferrara è diventata un luogo aperto e pubblico, laboratorio sociale e culturale nel quale si esprimono pensieri e vissuti collettivi». Smart Dock ha dunque avviato esperienze di partecipazione, coinvolgimento e auto-organizzazione, «che saranno le basi per proseguire in questa avventura per una darsena che sia sempre di più “bene comune”».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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