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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Insieme alla presidente della Commissione assembleare Territorio, Ambiente, Mobilità, Rontini, e al presidente dell’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale Sorbi. L’assessore: “Le scelte, individuali e collettive, di mobilità dolce favoriscono le relazioni, la coesione sociale, e la conoscenza diretta del territorio”.

Bologna – Prima in piazza Renzo Imbeni, a calpestare impronte di ogni colore realizzate per l’occasione sul selciato. Poi nell’Aula dell’Assemblea Legislativa, seduti al posto di consiglieri, assessori e presidenti, pronti a dialogare con gli amministratori sulla bellezza (e anche difficoltà) di andare a scuola a piedi e in bici, e su come le istituzioni, insieme ai cittadini, possono favorire la scelta di muoversi a impatto zero. Sono oltre 100 i bambini che stamani hanno partecipato all’evento regionale dell’edizione 2016, la sesta, della campagna “Siamo nati per camminare”. Li ha incontrati l’assessore al Bilancio, Riordino istituzionale, Risorse umane e Pari opportunità, Emma Petitti, la presidente della Commissione assembleare Territorio, Ambiente, Mobilità, Manuela Rontini, e il presidente dell’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale della Regione, Mauro Sorbi.

“Pensiamo che progetti come questi siano importante per voi, per il vostro futuro, per la qualità della vita- ha sottolineato l’assessore, dando il benvenuto ai bambini-. Ora siamo qui soprattutto per ascoltare le vostre proposte: i vostri suggerimenti sono molto importanti. In tema di piste ciclabili e sicurezza- ha aggiunto Petitti- come Regione stiamo facendo molto, e faremo ancora di più. Perché per noi le scelte, individuali e collettive, di mobilità dolce favoriscono anche le relazioni, la coesione sociale e la conoscenza diretta del territorio. Pedibus e Bicibus ne sono un esempio chiave, con le passeggiate in gruppo che vi portano fino a scuola”.

I bambini presenti oggi in Regione sono alunni delle scuole “Federzoni” di Bologna, di Castel San Pietro e San Lazzaro. In collegamento Skype si è aggiunta, durante i lavori, anche la scuola primaria “Sabin” di Praticello di Gattatico, in provincia di Reggio Emilia. Una rappresentanza, dunque, dei 50mila bambini degli oltre 100 Comuni (quindi un terzo del totale dell’Emilia-Romagna) che quest’anno hanno aderito a “Siamo nati per camminare”, la campagna rivolta ai bambini e ai genitori delle scuole primarie di tutte le città dell’Emilia-Romagna per promuovere la mobilità pedonale e sostenibile, soprattutto sui percorsi casa-scuola, e per far conoscere e valorizzare le esperienze locali già in essere realizzate e in corso su questi temi. Promossa dalla Regione con il coordinamento del Centro Antartide di Bologna, “Siamo nati per camminare” è realizzata in collaborazione con molte strutture regionali che si occupano di educazione e sicurezza stradale, mobilità sostenibile, ambiente e salute e si integra con altre iniziative come “Liberiamo l’aria”. I Centri di educazione alla sostenibilità (Ceas) e i Comuni svolgono a livello locale il ruolo di promotori della campagna, che si sviluppa con il protagonismo dei bambini e il coinvolgimento delle famiglie.

“Facciamo comunità camminando”
Per sensibilizzare sui diversi aspetti e vantaggi connessi al tema della mobilità pedonale e sostenibile, ogni anno viene scelto un focus specifico: quello dell’edizione 2016 della campagna è la comunità. Lo slogan “Facciamo comunità camminando” vuole sottolineare infatti il rapporto che c’è tra la mobilità pedonale e la socialità. Il ritmo del camminare favorisce l’osservazione dei luoghi e il rapporto con le persone che li abitano: un cenno o un saluto a chi si incontra abitualmente per strada è il primo ponte per allacciare relazioni amichevoli e non conflittuali, per ricostruire i rapporti di prossimità e incentivare il protagonismo sul territorio. Le forme di mobilità pedonale collettiva promosse dai Ceas e dalle scuole definiscono inoltre un contesto di tempo e spazio ideali per la socializzazione fra pari, che mette in relazione i piccoli fra loro e con il territorio in maniera informale.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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