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Da: Ufficio Stampa di TPER

Si è conclusa in questi giorni la gara pubblicata da Tper – per conto ed insieme a Tep, Seta e Start, le aziende del trasporto pubblico regionale – per la fornitura complessiva di nuove e moderne validatrici con tecnologia EMV.

Nella direzione di prestare massima attenzione all’utente e alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, con questo progetto co-finanziato al 50% da fondi europei POR FESR messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna, prosegue il percorso di rivoluzione digitale già iniziato negli anni scorsi tra l’altro con la messa a sistema delle app (Roger in particolare) per la dematerializzazione dei titoli di viaggio.

Il bando, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 aprile dello scorso anno, per un importo complessivo di 3milioni e 276mila euro per tutte e quattro le aziende (1milione e 200mila per la sola Tper) riguarda l’acquisto di 1.520 macchine destinate ai mezzi urbani dell’intera regione, 570 per Bologna e Ferrara.

Grazie a questo “upgrade” tecnologico, si allargherà l’offerta di soluzioni per acquistare e validare il proprio titolo di viaggio, aprendo in particolare all’utilizzo della carta di credito.

La gara ha riguardato nuovi validatori, dotati di SIM, che saranno continuamente on-line e dunque si interfacceranno con la “rete” in tempo reale rendendo possibile anche il pagamento con la carta di credito.

Il funzionamento sarà semplicissimo: l’utente dovrà solamente avvicinare la propria carta di credito direttamente alla validatrice a bordo del mezzo. Il lettore riconoscerà il chip e provvederà all’addebito che sarà però formalizzato solamente alla mezzanotte quando verrà calcolata automaticamente la miglior tariffa per l’utente. In caso di più validazioni nel corso della stessa giornata verrà infatti addebitato un titolo giornaliero dal costo più favorevole per il passeggero.

Prosegue intanto la diffusione e l’utilizzo dell’App Roger, l’applicazione per smartphone Android (NFC e non) e iOS che consente di acquistare il titolo di viaggio e di validare direttamente appoggiando il telefonino alla validatrice come se fosse una tessera MiMuovo.

Nel corso del 2019 i biglietti acquistati e validati con le app Roger e Muver sono stati 265.000 nell’intera regione, 256.000 nelle sole province di Bologna e Ferrara.

Il futuro del trasporto pubblico, insomma, è già cominciato e dall’inizio del prossimo anno, con il graduale ingresso in servizio, a cominciare dalle linee urbane, delle nuove emettitrici fare il biglietto davvero sarà sempre meno un problema.

Carta di credito e app arriveranno a coprire una percentuale molto alta della popolazione che diventa ancora maggiore se calcolata sugli utilizzatori occasionali di trasporto pubblico locale dal momento che gli abbonati, utilizzatori abituali, sono oggi pari ad oltre il 75% dei viaggiatori totali.

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TPER


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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