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Da Regione Emilia Romagna

Su www.regione.emilia-romagna.it un approfondimento con i dati e tutte le informazioni utili. C’è tempo fino al 26 giugno per partecipare ai bandi del servizio civile nazionale, quasi tremila i posti disponibili in Emilia-Romagna, 788 all’estero. La vicepresidente Gualmini: “La nostra regione si è sempre contraddistinta per i valori della partecipazione attiva e dell’impegno volontario, sia nel passato che oggi”

Bologna – É dedicato al Servizio civile regionale e nazionale il nuovo “Socialzoom”, lo spazio di approfondimento sul portale della Regione Emilia-Romagna focalizzato di volta in volta su un tema specifico di cui propone dati, spunti, informazioni utili e curiosità.
Dopo lo speciale su biblioteche digitali e fattorie aperte, è la volta, dunque, del Servizio civile, che interessa i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni, ma anche adulti e minori.
Tutti coloro, cioè, che per un periodo della propria vita – alcuni mesi, in relazione al tipo di progetto scelto – desiderano impegnarsi in modo volontario in esperienze di solidarietà e aiuto verso gli altri: dalla protezione civile all’assistenza agli anziani, dalla promozione culturale alla tutela ambientale, solo per citare qualche esempio.
E c’è tempo fino al 26 giugno per presentare domanda di partecipazione al bando del Servizio civile nazionale, che mette a disposizione 47.529 posti, 2.990 dei quali in Emilia-Romagna e 788 all’estero. Su Socialzoom tutte le informazioni utili.
Lo spazio di approfondimento offre poi una dettagliata descrizione di come funziona il Servizio civile nazionale -che in futuro sarà sostituito da quello universale – e regionale; e proprio sull’esito del recente bando regionale, che ha visto un’ampia partecipazione, vengono forniti i numeri:al momentosono in corso di assegnazione 201 posti in tutta l’Emilia-Romagna e le attività per i primi 41 giovani selezionati prenderanno il via il 19 giugno, mentre gli altri 160 inizieranno il 1° settembre.
Completano lo speciale un video sul servizio civilee un intervento della vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini.
“Lo spirito civico e la coesione sociale- sottolinea Gualmini- sono al tempo stesso il punto di partenza e il risultato finale del servizio civile in Emilia-Romagna, da sempre caratterizzato, per tradizione e cultura, dai valori della partecipazione attiva e dell’impegno disinteressato. Dedicare un periodo della propria vita alla realtà delle istituzioni e delle associazioni sociali, nella fase incerta del passaggio dagli studi al lavoro, è il modo migliore per acquisire una maggiore consapevolezza di sé e dei propri progetti futuri. Abbiamo fatta nostra- prosegue la vicepresidente- la sfida lanciata dal Governo nell’ambito della riforma del Terzo Settore, che mira a rafforzare e rilanciare il Servizio civile, fino ad istituire entro il 2018 il Servizio civile universale. Auspichiamo- conclude Gualmini- di riuscire a fare sempre più del servizio civile un potente antidoto al disinteresse per il bene comune”. /Ti.Ga

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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