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Da: Pietro Perelli

ULTRAVIDEO e le MURA VIVENTI:
La videoarte promuove la creatività giovanile nel raccontare nuove centralità di luoghi, persone e imprese.
Sabato 16 gennaio secondo appuntamento “Audio documentario e la vita dei luoghi: storytelling ad
arte con ZimmerFrei il makers group”

“Audio documentario e la vita dei luoghi: storytelling ad arte con ZimmerFrei il makers group” è questo il
titolo del secondo appuntamento di “Ultravideo e le Mura Viventi”, progetto cofinanziato da ANCI
nell’ambito dell’Avviso pubblico “Sinergie” e promosso dal Consorzio Factory Grisù. Il nuovo workshop si
terrà sabato 16 gennaio con le docenze di Anna de Manincor e Massimo Carozzi. La prima, film-maker e
artista visiva, con una sessione dedicata al video che si terrà tra le 10 e le 12,30. Il secondo, sound designer e
musicista, dedicherà il suo tempo (15-17,30) all’audio.

Il progetto, come anticipato, ha il suo focus nel linguaggio audiovisivo e nella videoarte partecipativa per
dare evidenza all’intreccio tra la presenza umana nei luoghi e le arti. Intende promuovere un approccio che
consenta riletture inedite del presente per raccontare l’evoluzione di uno spazio sociale e per guidare
intuizioni future.

L’obiettivo del progetto è quello di far emergere la nuova vocazione territoriale del quartiere Giardino
promuovendo l’identità positiva di nuovi luoghi e di nuove funzioni grazie al linguaggio della videoarte e
dell’audiovisivo. Il percorso prevede corsi di formazione, incontri e laboratori di videoarte, workshop e
progetti che producano o permettano di creare video istallazioni nei nuovi luoghi sociali e culturali del
quartiere. Luoghi “viventi” mostrati attraverso la visione dei giovani che abitano e comunicano.

Oltre alla collaborazione e il coinvolgimento di videoartisti di fama, collettivi ed esperti dell’audiovisivo
come Anna de Manincor e Massimiliano Carozzi del collettivo ZimmerFrei (sabato 16 gennaio). Il progetto
ha visto la collaborazione di Maria Arena, Annalisa Cattani e Daniele de Rosa che hanno tenuto il primo
incontro (sabato 19 dicembre) dal titolo “Community Building: Rigenerazione Urbana e videoarte
partecipativa, narrazione ed auto narrazione”. Sabato 30 gennaio saranno invece Fabrizio Panozzo e
Raffaella Rivi a spiegare “L’arte applicata alla comunicazione sociale ed alla promozione aziendale”. Mentre
l’ultimo incontro, sabato 6 febbraio, verrà tenuto da Maurizio Finotto e Matteo Fabbri che di innovazione
digitale con particolare richiamo all’animazione e alla realtà aumentata.

PROGRAMMA COMPLETO:

Sabato 19 dicembre / 15:00–19:00
Community Building: Rigenerazione Urbana e videoarte partecipativa, narrazione ed auto
narrazione.

Intervengono
– Maria Arena, Regista e Docente Accademia delle Belle arti;
– Annalisa Cattani, Artista e Docente Accademia delle Belle arti;
– Daniele De Rosa, moderatore Art Director Alpaca Studio, Project Manager
e Factory Grisù Member.

Sabato 16 gennaio / 10:00 –12:30 e 15:00 –17:00
Audio documentario e la vita dei luoghi: storytelling ad arte con ZimmerFrei il makers group.
Intervengono
– 10:00–12.30 Sessione dedicata al Video
Anna de Manincor, Filmmaker e artista visiva
– 15:00–17.30 Sessione dedicata all’Audio
Massimo Carozzi, Sound designer e musicista
Consorzio Factory Grisù | Via M. Poledrelli 21 – 44121 Ferrara | P. iva 01970210389
info@factorygrisu.it | www.factorygrisu.it | tel. +39 05321716651

Sabato 30 gennaio / 10:30 – 12:30 e 15:00 – 17:00
L’arte applicata alla comunicazione sociale ed alla promozione aziendale.
Intervengono
– 10:30–12:30
Fabrizio Panozzo, Docente Department of Management – Ca’ Foscari
– 15:00–17:00
Raffaella Rivi, Regista, Autrice ed Artista

Sabato 6 febbraio / 10:00–13:00 e 15:00–18:00
Innovazione digitale: dall’animazione alla realtà aumentata.
Tecniche dell’animazione tra analogico e digitale legate alla videoarte, le nuove tecnologie immersive
(3D e realtà aumentata).
Intervengono
– 10:00–13:00
Maurizio Finotto, Regista, Autore, Artista e Videomaker
– 15:00–18:00
Matteo Fabbri, Museum Interacion Experience

BREVE BIOGRAFIA DOCENTI

Massimiliano Carozzi, artista visivo, musicista e sound designer, membro del collettivo ZimmerFrei,
esplora la relazione fra suono e immagine, suono e scena, suono e letteratura, suono e spazio. Ha realizzato il
sound design di numerosi documentari, film, spettacoli teatrali e di danza, in solo e collaborando con
scrittori, registi, coreografi, artisti visivi. Ha condotto laboratori e workshop presso istituzioni culturali e
luoghi di ricerca, fra cui l’Accademia di Belle Arti di Bologna, DMS – Dipartimento Musica e Spettacolo
dell’Universita di Bologna, la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, il centro civico Palazzo
Bellini di Comacchio, VIU – Venice International University, Museo d’arte Contemporanea Villa Croce
Genova, PAC Ferrara (Il Mestiere delle Arti), Masterclass alla Facolta di Architettura dell’Universita di
Lisbona.

Anna de Manincor, nata a Trento, vive e lavora a Bologna dove è parte del collettivo ZimmerFrei. Artista e
film-maker, inizia la sua carriera come danzatrice e attrice per poi avvicinarsi alla regia. Membro fodatore di
ZimmerFrei, è anche organizzatrice e co-curatrice del progetti di arte pubblica ON a Bologna. Già insegnate
di estetica delle nuove tecnologie e digital video presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, insegna
tecniche della ripresa presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.

ZimmerFrei è un gruppo di artisti attivo dall’anno 2000, fondato a Bologna da Anna de Manincor
(filmmaker e artista visiva) Massimo Carozzi (sound designer e musicista) e Anna Rispoli (regista teatrale e
artista). Produce film documentari e cortometraggi, installazioni sonore e video, performance e serie
fotografiche e si dedica all’investigazione di spazi urbani reali e immaginari, mescolando pratiche
provenienti dal cinema, teatro e musica. I lavori recenti sono ritratti di quartieri in trasformazione e cittadelle
sperimentali (il CERN di Ginevra, Mutonia – il villaggio cyberpunk a Santarcangelo di Romagna, Noailles –
il quartiere popolare di Marsiglia, l’isola di Terschelling in Olanda, una collina artificiale a Copenhagen, l’ex
quartiere rom di Budapest, l’ex cittadina industriale Chalon-sur-Saône). I film del collettivo ZimmerFrei
sono narrazioni che intrecciano documentario di osservazione e sperimentazione visiva e sonora, ed
esplorano i confini tra spazi pubblici e territori privati con la giusta distanza e discrezione, interrotta da
improvvise epifanie e visionari salti di dimensione.

Maurizio Finotto, nato a Venezia nel 1968, vive e lavora a Bologna. Regista, autore e artista, ha scritto e
realizzato documentari, serie tv, spot, videoclip, cortometraggi, video d’arte, video installazioni. Partecipa
Consorzio Factory Grisù | Via M. Poledrelli 21 – 44121 Ferrara | P. iva 01970210389
info@factorygrisu.it | www.factorygrisu.it | tel. +39 05321716651
attivamente a Festival nazionali e internazionali. Ha ideato e realizzato produzioni per RAI, MEDIASET,
MTV, TELE+, SKY CINEMA, DISCOVERY CHANNEL. È docente di Linguaggi e tecniche
dell’audiovisivo all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Tra gli ultimi lavori ricordiamo Disincantoiconico,
film su Luigi Ontani, Kintsugi Emilia e Manutenzione dei sogni. Omaggio a Federico Fellini.

Annalisa Cattani, artista e studiosa di Retorica e Arti visive. Attraverso fotografia, performance e video
cerca di produrre meccanismi dialettici che riflettano, e inducano la riflessione, sul tema della relazione.
Laureata in Lingue e Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dopo un dottorato di ricerca in
Retorica e un Post-dottorato in Arti Visive, con un periodo di studio alla Columbia University di New York;
attualmente insegna alle Accademie di Belle Arti di Bologna e di Ravenna e all’Università di Ferrara. La sua
attività espositiva comprende mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

Raffaella Rivi, laureata al Dams di Bologna da diversi anni collabora con l’Università Ca’ Foscari di
Venezia presso la quale è titolare del corso di Video storytelling nel Minor di Management Artistico. Nel
corso della sua esperienza professionale ha lavorato all’ideazioni di progetti, dalla regia al montaggio
passando per le riprese lavorando nell’ambito della cultura e del Teatro. Nel 2019 realizza il suo primo
lungometraggio prodotto da Kublai Film (Venezia) in collaborazione con JoleFilm (Padova). Il film,
selezionato in diversi festival in Italia e all’estero, ha ottenuto finora diversi premi ed è stato tra i 15 finalisti
in lizza per la cinquina del premio David di Donatello.

Fabrizio Panozzo, professore associato presso l’università Ca’ Foscari di Venezia, dipartimento di
Management. Insegna, tra le altre, Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, Management e
Management Artistico. Ha alle spalle numerose collaborazioni come visiting professor in università come la
Keio University e la Waseda University di Tokyo, l’Athens University of Economics, la Sodetörn University
Stockholm, l’Adelaide University, Australia e la Fu Jen Catholic University, Taipei. I suoi principali interessi
di ricerca riguardano, i principi del management, city management e place marketing, critical management
studies, accountability governance and regulation, management of non-profit organizations.

Maria Arena, Regista e Docente all’Accademia delle Belle arti, ideatrice e coordinatrice del laboratorio San
Berillo Web Serie Doc. Nata a Catania, vive a Milano dove si è laureata in Filosofia e diplomata in Regia alla
Scuola Civica di Cinema. Tra i cortometraggi di cui è autrice e regista ricordiamo Prima della prima,
Ceremony, Deserto Grigio e Viaggiatore Solitario ma anche i videoclip realizzati per Mario Biondi e Cesare
Basile. Si è occupata anche di installazioni video (Spazi e architetture nell’Europa delle città, Due o tre cose
che so di lei, FraLeMura), spettacoli teatrali e performance (Camera del sonno, Promise, Io ho fatto tutto
questo/dedicato a Goliarda Sapienza, Democrazia, Del Purgatorio, De Cinere). Insegna “Linguaggi e
Tecniche dell’Audiovisivo” presso l’Accademia di Belle Arti di Catania dal 2004, di Brera a Milano dal
2002, di Palermo dal 2015 al 2017.

Matteo Fabbri, socio fondatore di Tryeco 2.0 e responsabile del settore di modellazione per la
prototipazione rapida e del rilievo laser scanner di dettaglio. È docente presso la Facoltà di Architettura di
Ferrara e l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Negli anni ha seguito molte importanti commesse nel
campo dei beni culturali per, tra gli altri, Villa Adriana a Tivoli, il MEIS di Ferrara o il Museo Egizio di
Torino.

Daniele De Rosa, co-fondatore di Alpaca Società Cooperativa dove ricopre il ruolo di Presidente e Art
Director. È un progettista grafico, specializzato in comunicazione, brand strategy e metodologie di
Interaction Design. Si occupa di ricerca, con particolare interesse verso lo sviluppo di sistemi visivi
per l’accessibilità e l’integrazione sociale secondo approcci User Centred.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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