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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

La giuria popolare ha premiato l’app DAE RespondER che allerta i soccorritori laici nelle vicinanze di una persona in arresto cardiaco e localizza i defibrillatori

Bologna – Una app che allerta i soccorritori che si trovano nei pressi di chi è vittima di un arresto cardiaco e indica loro dove sono i defibrillatori più vicini. Per questa soluzione innovativa è stato premiato un progetto, finalista nella categoria “Servizi al cittadino”, sviluppato dal servizio 118 dell’Emilia-Romagna, basato sull’uso della app DAE RespondER.
E’ avvenuto nell’ambito della nona edizione del Premio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano.

“A livello nazionale, questa è la prima app integrata con il 118- spiega l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-.E’ uno strumento salvavita in più, che non sostituisce il 118 ma entra a tutti gli effetti nella catena del soccorso e consente di velocizzarlo. Siamo impegnati attivamente nella lotta all’arresto cardiaco improvviso, un killer silenzioso che in Italia colpisce circa 55mila persone ogni anno. Salvare una vita,in casi come questi, è questione di attimi, e chiunque può intervenire: la ‘ricompensa’, chiamiamola così, è davvero immensa. Accanto al grande e prezioso lavoro svolto quotidianamente dai sanitari dell’Emilia-Romagna, chiunque si renda disponibile, in caso di necessità, a recuperare un defibrillatore e portarlo sul luogo del bisogno dà prova di quel grande senso civico di cui tutti abbiamo bisogno. Voglio ricordare, infine, che come Regione abbiamo stanziato 100mila euro per dotare gli impianti sportivi di defibrillatori”.”.

Come funziona l’app
Quando in una delle tre Centrali Operative 118 della Regione viene registrato un evento di tipo “arresto cardiaco” (codice blu), oltre all’invio dei mezzi di soccorso, il sistema allerta automaticamente attraverso la app DAE RespondER i volontari che si trovano nel raggio di 3-5 km dal luogo dell’evento, geolocalizzandoli attraverso gli smartphone, e richiedendone l’effettiva disponibilità ad intervenire.

I First Responder aprono la App e visualizzano le informazioni di base, quali la propria distanza dall’evento e dal defibrillatore. Per confermare alla Centrale Operativa 118 la propria disponibilità a intervenire, basta premere sul display “Posso intervenire” senza eseguire nessuna chiamata. Il sistema accetta la disponibilità e guida il First Responder al recupero del DAE nelle vicinanze per portarlo sul luogo dell’evento. Arrivato sul posto con il defibrillatore, il First Responder – in contatto telefonico con l’operatore del 118 – eseguirà le operazioni di soccorso.

Se confermata, sarà la stessa app a guidare il volontario verso il defibrillatore più vicino o verso il luogo dell’evento.
Da quando l’applicazione è stata rilasciata, a settembre 2017, in un caso di arresto cardiaco su cinque il volontario ha confermato la disponibilità ad intervenire e nel 40% di questi è intervenuto sul luogo dell’evento prima del mezzo del 118.

3077 i volontari registrati e 3142 i defibrillatori censiti
Ogni anno, in Emilia-Romagna, una persona su mille ha un arresto cardiocircolatorio. Un intervento tempestivo, con le prime manovre di rianimazione e l’impiego dei defibrillatori semiautomatici esterni, può rivelarsi decisivo: defibrillare entro 3-5 minuti dall’inizio dell’arresto può consentire infatti la sopravvivenza del paziente fino al 50-70% dei casi. Ed è il motivo per cui la Regione punta a incentivare sempre più azioni di “defibrillazione precoce territoriale” da parte di personale anche non sanitario.

Da questa premessa è nato un progetto specifico, realizzato dal Sistema 118 e finanziato dalla Regione conuno stanziamento di 127mila euro, cui se ne aggiungono altri 30mila dalla Fondazione del Monte.
Per maggiori informazioni www.118er.it/dae.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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