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Nel 2013  Provincia di Ferrara ha presentato il progetto LIFE AGREE – COASTAL LAGOON LONG TERM MANAGEMENT. Obiettivo generale del progetto era quello di predisporre interventi che favorissero la conservazione di habitat e specie nella laguna deltizia del Delta del Po. 
 
Erano previsti interventi di importanza fondamentale per il tessuto produttivo delle zone deltizie che fanno affidamento sulle vie d’acqua molto più di quanto si percepisca. 
 
L’importo complessivo del progetto era di 4.381.801 €, cofinanziato al 50% dall’Unione Europea. Due gli interventi previsti:
 
– una struttura in legno, lunga circa 300 metri sullo Scanno di Goro, necessaria per trattenere la sabbia e favorire la crescita di una nuova ramificazione. Il costo era di 280.000 €, cofinanziati al 50% da fondi UE,

– un manufatto idraulico a tre luci che colleghi la Sacca al Po di Goro in località Traghetto. Quest’opera dovrebbe sostituirne una già esistente ormai obsoleta e poco funzionale. L’intervento prevede inoltre l’escavo di canali sub lagunari in fase di ultimazione per migliorare la circolazione delle acque nella Valle di Gorino. Il costo complessivo di 450.000 € anche questo finanziato al 50% di fondi UE.
 
Quando venne sottoscritta la convenzione tra la Provincia di Ferrara, beneficiario incaricato del coordinamento (la Regione Emilia-Romagna è partner e beneficiario associato), e la Commissione europea, il 5 giugno 2014 venne fissato anche il termine per la presentazione della rendicontazione al 30 aprile 2019. 
 
Pare che i lavori su entrambi i fronti procedano a rilento: il primo intervento, di durata stimata di 6 mesi, è ancora in corso, il termine è stato posticipato da giugno 2017 a giugno 2018. 
 
La realizzazione del secondo è stata stimata in 290 giorni, il termine dell’opera è stato posticipato da giugno 2016 a dicembre 2018. Nonostante i lavori siano stati appaltati un ricorso al Consiglio di Stato ha bloccato tutto. 
Con un’interrogazione a risposta scritta indirizzata alla Giunta regionale ho chiesto chiarimenti circa i tempi di realizzazione degli interventi previsti e se questi ritardi mettano a rischio i finanziamenti europei concessi al progetto.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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