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da: organizzatori

“Ecomuseo è… un patrimonio speciale: la popolazione” è il titolo della quinta edizione del Workshop nazionale degli Ecomusei, che va in scena sabato 14 e domenica 15 novembre fra Villanova dii Bagnacavallo e Argenta. Due giornate di lavori divisi in tre sessioni, più una serie di eventi collaterali.

Il workshop prenderà il via a Villanova di Bagnacavallo nella mattinata di sabato 14, all’Ecomuseo delle Erbe Palustri, con un convegno sul tema “Turismo partecipativo e sostenibile”, coordinato da Angela Nazzaruolo, direttore del Gal Delta 2000, a cui parteciperanno diversi esperti da tutta italia ed anche il francese Hugues de Varine e la portoghese Graca Filipe. Aperti dal sindaco di Bagnacavallo, Eleonora Proni, i lavori del mattino saranno chiusi dal presidente del Parco del Delta del Po Emilia-Romagna, massimo Medri.
Nel pomeriggio di sabato 14 ci si sposta ad Argenta, al Centro culturale Mercato, per un incontro che avrà per obiettivo “Verso una legge ed un ordinamento nazionale”. Si costituiranno due gruppi di lavoro del Manifesto Agenda 2016 Ecomusei Italiani, – coordinati da Manuel Roberto Guido del Ministero – che lavoreranno rispettivamente “per una prima bozza di legge” e “per un’associazione nazionale degli ecomusei e affini”. Nel tardo pomeriggio ci si trasferirà al Museo della Bonifica per una visita; qui si terrà anche la cena, con prodotti della tradizione a cura delle Zdòre di Argenta e dell’Ecomuseo. Sono previsti interventi teatrali a cura dell’attrice Barbara Pizzo.
Infine, nella mattina di domenica 15, ancora al Centro culturale Mercato di Argenta, il workshop finale dal titolo “Ecomuseo è…”, coordinato da Giovanni Battista Pesce, dell’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.
Durante la giornata di domenica, in piazza Garibaldi, le Zdore di Argenta propongono specialità ispirate alle ricette della Concordia: che era un’imprenditrice ortofrutticola argentana, emersa dallo scenario produttivo del secondo dopoguerra, in un’epoca di ricostruzione post bellica e di grandi privazioni economico sociali, contesto nel quale per la figura femminile era ancor più sacrificante affermarsi tramite un’attività propria.Vendeva frutta, ortaggi e prodotti tipici, fornendosi direttamente dagli agricoltori locali; praticava il “km zero” quando non era neppure nei pensieri.
Oltre a gestire la bottega, Concordia si era dotata di un carretto con cui vendeva direttamente nelle strade e nelle piazze, curava una distribuzione al dettaglio presso le famiglie e i casolari, parlava con le persone conoscendone preferenze e sensibilità. Con lo stesso carretto, davanti al Cinema Teatro Moderno (ancora oggi elemento architettonico distintivo della ricostruzione di Argenta), proponeva frutta secca, lupini, brustoline, caldarroste e le mitiche mistochine di farina di castagna, a volte accompagnate da vino novello.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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