Sabato alla libreria IBS Zap e Ida realizzeranno una performance di vignette su lavagna e presentazione libro di Lorenzo Mazzoni
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Da Libreria IBS Libraccio
Sabato 30 settembre Presso la libreria Ibs+Libraccio di Ferrara Zap & Ida
Realizzeranno durante la giornata una performance di vignette su lavagna, vignette appese alla vetrina della Libreria e dediche vignettate sui libri.
Zap & Ida, autori poliedrici e versatili, hanno al loro attivo una cinquantina di libri e libretti in gran parte umoristici. Punte di diamante nella loro produzione: Il Nuovissimo Zapparelli (Vaccabolario illustrato della lingua Italiana) e I dubbi atroci (Palma d’oro al Salone Internazionale dell’Umorismo). Recenti autori di romanzi polizieschi (Passi, Giraldi Editore, e Amareno Fabbri, Cairo Editore) con protagonista il commissario capo della questura di Bologna dottor Amareno Fabbri. Di prossima uscita il terzo dal titolo Amareno e il caso PPF. I 5 titoli della collana umoristica edita di Giraldi E tu che compagno sei?, E tu che vino bevi?, E tu che lavoro fai?, E tu che reggiseno porti?, E tu che cane hai? iniziano a far ridere dal prezzo e creano dipendenza.
Alle ore 11:30 Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara
Programma collaterale di Internazionale “Intanto a Ferrara” Lorenzo Mazzoni presenta il libro
“Il muggito di Sarajevo: un viaggio nel realismo psichedelico del Balcani”
Spartaco edizioni Dialoga con l’autore Darien Levani
Nata per essere assediata. È così che si sente Amira, diciotto anni e un grande sogno da realizzare nella città di Sarajevo del ’93, lacerata dalle rappresaglie tra serbi e bosniaci. Il cuore della suonatrice di cigar box guitar batte all’unisono con i colpi di mortaio e le raffiche di mitra, ma Amira canta la sopravvivenza, la speranza. Della band Senza Strumenti fanno parte anche il colonnello Mustafa Setka, mago del basso, e il gigantesco ballerino di kolo, Masne, alle percussioni. I due, per tutto il giorno, seguono Jack, meglio conosciuto come Mozambik l’irlandese, fidanzato di Amira, spacciatore. All’occorrenza, Jack si offre come guida agli inviati di guerra che affollano l’Holiday Inn semidistrutto. Così conosce Carlo e Oscar, due fotoreporter italiani che inseguono uno scoop davvero straordinario: tra macerie e bombe, intendono trovare una vacca indiana che si dice abbia poteri da chiromante. Sarà per caso la Zebù gir che il vecchio Ivan nasconde nella corte interna del suo negozio di tabacchi, adattato a fumeria d’oppio dopo l’inizio del conflitto? Del resto, non è la sola ospite che il commerciante cela a sguardi e orecchie indiscrete. In uno sgabuzzino è segregato, infatti, un serbo fuori di testa che, dopo una scorpacciata di funghi allucinogeni, si è ritrovato al di là delle linee nemiche. Lo scopo di Ivan è rispedirlo al mittente in cambio di un riscatto, da chiedere a un oscuro cecchino dei servizi segreti serbi, che trova la concentrazione solo canticchiando le hit di Barbra Streisand. Niente a che vedere con i Nirvana di Kurt Cobain, che Amira ha scoperto grazie a un lontano cugino olandese, di origine bosniaca, diviso tra rock e fede religiosa da quando ha abbracciato l’Islam in prigione.
Lorenzo Mazzoni è nato a Ferrara nel 1974 e ha abitato a Istanbul, Parigi, Hurghada, Londra, Sana’a. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra i quali Quando le chitarre facevano l’amore (Edizioni Spartaco 2015), vincitore del premio internazionale Liberi di Scrivere Award. È il creatore della serie noir dell’ispettore Malatesta, edita da Koi Press. Diversi suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo, inglese e romeno. Collabora con il Fatto Quotidiano ed è una delle anime del progetto Mille Battute: workshop di scrittura e fotografia in giro per il mondo.
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Riceviamo e pubblichiamo
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Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
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