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da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Sabato 22 agosto (ore 22.00) sarà Groove & Move, il magnetico progetto firmato dal pluripremiato vibrafonista Pasquale Mirra e dal trombettista Gabriele Mitelli, a chiudere in bellezza la quinta edizione di Cueva Summer Jazz realizzata in collaborazione con Jazz Club Ferrara.

Suggestioni sonore da cui affiorano echi delle musiche di Don Cherry, Charles Mingus e Paul Motian; uso non convenzionale degli strumenti; frammenti di libera improvvisazione in cui la melodia si amplifica all’insegna di un’estetica che coinvolge i cinque sensi. Questi sono gli ingredienti di Groove & Move, progetto firmato dal vibrafonista Pasquale Mirra e dal giovane trombettista Gabriele Mitelli, a cui spetta il compito di chiudere – sabato 22 agosto (ore 22) – la quinta, apprezzata edizione di Cueva Summer Jazz.
L’incantevole giardino estivo del ristorante La Cueva accoglie per la prima volta le sonorità del vibrafono. Interprete magistrale dello strumento è appunto Pasquale Mirra, unanimemente riconosciuto da pubblico e critica come uno dei migliori vibrafonisti della scena internazionale. Originario di Ravello, scopre fin da piccino la sua vocazione percuotendo pentole e coperchi ‘rubati’ dalla cucina della madre. Dopo il diploma in strumenti a percussione presso il Conservatorio Statale di musica di Salerno, Mirra elegge il vibrafono suo strumento principe. Il trasferimento a Bologna, nel 2001, innesca tutta una serie di preziose collaborazioni che lo conducono in breve tempo ad imporsi sulla scena creativa italiana a fianco di artisti quali Piero Bittolo Bon, Domenico Caliri e Cristiano Calcagnile, per trovarsi a perfetto agio anche in ambito afro/funk insieme ai Mop Mop, o in duo con il batterista Hamid Drake. Dal 2008, inoltre, insieme al percussionista Danilo Mineo condivide “I linguaggi che uniscono”: interessante progetto di educazione musicale per bambini che, oltre ad apprendimento ed esecuzione, prevede la fase di costruzione degli strumenti a percussione attraverso materiale di riciclo.
In costante ascesa è anche il percorso intrapreso dal trombettista Gabriele Mitelli (Brescia, classe 1988) che con Hymnus ad Nocturnum, album d’esordio del suo quartetto edito lo scorso anno da Parco della Musica Records, ha sancito il proprio personalissimo ed intrigante linguaggio. Fondatore tra gli altri del collettivo Res, Mitelli, a dispetto della giovane età, vanta svariate collaborazioni con artisti del calibro di Markus Stockausen, Gianluca Petrella, Giovanni Guidi e Ralph Alessi.
Appuntamento in collaborazione con Jazz Club Ferrara. Cena a partire dalle ore 20:00. Inizio concerti ore 22:00. In caso di maltempo gli eventi si svolgeranno all’interno del locale. Cocktail bar aperto per chi volesse partecipare al solo concerto. Per informazioni e prenotazioni: www.lacuevapomposa.it , tel. 0533 719121 – 347 8742694

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INFORMAZIONI
Infoline e prenotazione cena 0533 719121 – 347 8742694
www.lacuevapomposa.it

DOVE
Ristorante La Cueva
Via Centro, 26
Abbazia di Pomposa – Codigoro (FE)

In caso di maltempo i concerti si svolgeranno all’interno

COSTI E ORARI
Ingresso gratuito, cocktail bar aperto per chi volesse assistere al solo concerto
Cena a partire dalle ore 20.00
Concerto ore 22.00

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JAZZ CLUB FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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