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da: Ufficio Stampa Autori a Corte

Romanzieri e le Star della Cucina; Baruffa e Peronaci, al penultimo appuntamento di Autori a Corte

Appuntamento da segnare in agenda quello di giovedì 28 luglio, quando a partire dalle ore 19 con aperitivo in musica a cura del pub IL MOLO, si alterneranno sul palco del Giardino delle Duchesse diversi autori, in occasione della penultima serata della rassegna Autori a Corte promossa dall’associazione Charles Bukowsky e patrocinata dal Comune di Ferrara. Alle 19,45 sul palco il primo ad essere introdotto, moderato dal giornalista de Il Resto del Carlino Riccardo Roversi, il nuovo libro di Franco Mari. Nato a Portomaggiore e residente a Ferrara, dove esercita la professione di medico chirurgo, ha pubblicato il suo primo romanzo ‘Il tesoro di San Leo’ nel 2011 e nel 2012 ‘La Gilda’, collaborando più volte con Este Edition, la casa editrice con cui pubblica anche il suo ultimo romanzo “Il Caso Pungilupo”, un “Legal Thriller” di ambientazione medievale costellato da intrighi religiosi tra Ferrara e Roma. Della stessa casa editrice, il nuovo libro “La Valigia” di Renato De Rita, originario di Rovigo, dove vive e lavora come medico e psicoterapeuta. La storia tratta di un viaggio apparentemente senza senso, che si trasforma nel pezzo mancante di un puzzle psicanalitico. La seconda parte della serata, quella che comincia alle 20,45, si svolgerà tutta nell’ambito della gastronomia, con due ospiti molto rinomati. Il primo è Dario Baruffa, finalista del programma televisivo MasterChef Italia, si è fatto apprezzare non solo per le sue ricette – pubblicate nel suo primo libro qui presentato in prima nazionale; “C’è Baruffa in Cucina”, edito da La Carmelina – ma anche per la sua simpatia, catturando il pubblico televisivo. In questa raccolta di ricette, racconta chi è, ciò che ha vissuto e quello che altri gli hanno trasmesso. Il tutto attraverso semplici ricette, semplici gesti, tradizioni, che lo hanno portato ad amare la cucina. L’incontro è moderato dal giornalista di Telestense Nicola Franceschini. L’ultima ospite della serata si è fatta conoscere nel web grazie al suo blog GialloZafferano, pilastro per tutti gli appassionati di cucina e non solo, imponendosi lentamente in tutte le cucine italiane attraverso la televisione, YouTube, e vari libri di ricette. Lei è Sonia Peronaci, cuoca, scrittrice, presentatrice e blogger italiana. La passione che l’ha consacrata inizia presto, da bambina, nel ristorante del padre, e prosegue in pub, villaggi turistici – per approdare poi nel 2006, quando fonda assieme al marito il celeberrimo sito internet e blog di cucina. Il progetto ottiene subito un grande successo: raggiunge nel 2011 i due milioni di utenti al mese (e nel 2014 raddoppiano). Sonia guadagna rapidamente popolarità, grazie soprattutto ai social network, inizia proficue collaborazioni con mensili, giornali e altri portali on-line, partecipa a diverse trasmissioni televisive dove presenta video-ricette e consigli per la cucina. È stata scelta come testimonial italiana di Kraft Philadelphia. Ma nel 2015 rende pubblica la decisione di interrompere la collaborazione a Giallo Zafferano, una scelta motivata dall’intenzione di dedicarsi ad altri percorsi professionali nel ramo della pratica e divulgazione culinaria, e lancia il suo nuovo sito soniaperonaci.it. Il suo libro, nelle librerie da maggio con il titolo “Sonia Peronaci – La mia cucina”, vuole raccontare la sua idea di cucina, oltre a tante nuove ricette illustrate passo dopo passo, arricchite da trucchi e approfondimenti. Ricette classiche e varianti personalizzate, piatti della tradizione italiana e suggestioni di paesi lontani (tutti piatti squisiti, sicuramente, ma soprattutto particolari e interessanti, come tortellini e ramen, rotolo di cassata e pancake senza glutine e senza lattosio, pasta al forno e polpo a la gallega…)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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