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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Politiche sociali – Programma annuale 2014 e riparto del Fondo sociale: 52 mln di euro circa per l’Emilia-Romagna. L’assessore Marzocchi: “Conferma e potenziamento del Fondo sociale locale, ampliamento delle risorse per contrastare la violenza di genere e per la prevenzione del rischio in adolescenza”

Bologna – Novità per la programmazione sociale 2014. Dopo un periodo (il 2008-2012) caratterizzato dal taglio dei trasferimenti statali, la Regione Emilia-Romagna, con la quota che le è stata assegnata quest’anno dal Fondo nazionale per le politiche sociali, ha riconfermato il proprio impegno finanziario per il settore e deliberato la ripartizione complessiva di circa 52 milioni di euro: +20% rispetto al 2013. Con risorse per le famiglie, per il carcere (queste ultime aumentate di 200mila euro), e un Fondo sociale locale che cresce del 24%. Per la prima volta, inoltre, vengono destinate risorse specifiche per il contrasto alla violenza di genere e per la prevenzione del rischio in adolescenza.

“Sino dall’inizio della crisi, come Regione ci siamo impegnati, attraverso un ‘patto’ con i territori, affinché venissero salvaguardati i servizi alla persona – ha sottolineato oggi, in conferenza stampa, l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – . Nel perdurare delle difficoltà e dei tagli, fino allo scorso anno, da parte del governo al Fondo nazionale, la giunta ha scelto invece di sostenere l’intervento sociale. Non è mai venuto meno l’aiuto alle famiglie, non sono state toccate le spese per i nidi. Con questo riparto – ha aggiunto l’assessore – valorizziamo ulteriormente, rispetto al 2013, il Fondo sociale locale, per i distretti. Voglio sottolineare inoltre – ha concluso Marzocchi – il sostegno straordinario al contrasto della violenza di genere e intrafamiliare, in coerenza con le nuove Linee di indirizzo regionali, e alla promozione del benessere e della prevenzione del rischio in adolescenza”. L’assessore ha annunciato anche il seminario di venerdì 21 marzo in Regione, in cui verrà presentato il rapporto “Fotografia del sociale”: tutto il settore a trecentosessanta gradi, con gli ultimi dati disponibili: servizi per l’infanzia, famiglie, consultori, immigrazione, persone non autosufficienti, adulti in difficoltà. Un quadro completo della situazione in Emilia-Romagna, che comprende anche dell’impatto della crisi sulle famiglie.

Il riparto del Fondo sociale
Per quanto riguarda il rifinanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali, l’intesa – raggiunta in sede di Conferenza Unificata – prevede per l’Emilia-Romagna 21,240 milioni di euro. Per integrare le risorse statali, anche per il 2014 la Regione compie uno sforzo importante per garantire continuità ai servizi destinati ai cittadini, sostenendo l’impegno dei territori nell’affrontare le emergenze legate alla crisi economica: contribuisce infatti con un proprio finanziamento di 22,848 milioni di euro. Nella programmazione sono compresi anche i 7,250 milioni che la Regione assegna per i nidi, a cui aggiunge 400mila euro per la realizzazione di percorsi di consolidamento della qualità degli stessi. La cifra complessiva per il sociale ammonta quindi a 52,070 milioni di euro.

Il Programma annuale 2014 della Regione Emilia-Romagna punta alla conferma e al potenziamento del finanziamento al Fondo sociale locale (41,760 milioni, +24% rispetto all’anno precedente) riconoscendo il ruolo centrale dell’ambito distrettuale nella programmazione e regolazione del sistema degli interventi sociali e sanitari. Vengono mantenute le risorse a favore delle famiglie – attraverso il consolidamento, l’ampliamento e lo sviluppo della rete dei Centri per le famiglie (700mila euro) – e dei fondi a sostegno dei programmi di assistenza temporanea e integrazione per le vittime di tratta, sfruttamento e riduzione in schiavitù (210mila euro). C’è un potenziamento delle risorse (550mila euro) destinate agli interventi per le persone sottoposte a limitazioni della libertà personale, promossi dai Comuni sede di carcere: tutto questo in un’ottica di accompagnamento e sostegno del Protocollo operativo tra il Ministero della Giustizia e la Regione Emilia-Romagna per “l’attuazione di misure volte all’umanizzazione della pena e al reinserimento sociale delle persone detenute”, approvato a gennaio 2014. Viene sostenuta, con 500mila euro, la programmazione in ambito distrettuale per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere e intrafamiliare, in modo da attuare le Linee di indirizzo regionali (recentemente adottate dalla giunta) per l’accoglienza di donne vittime di violenza di genere. Altri 500mila euro vanno alla programmazione in ambito distrettuale per l’attuazione delle Linee di indirizzo per la promozione del benessere e la prevenzione del rischio in adolescenza.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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