Riordino istituzionale, la Giunta approva il progetto di legge
Tempo di lettura: 4 minuti
da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
Capisaldi del riordino la Città metropolitana di Bologna e le aree vaste nelle Province. Garantito il posto di lavoro a tutti i dipendenti provinciali. 28 milioni di euro aggiuntivi sul bilancio 2015. L’assessore Petitti: “Occasione per ripensare a un nuovo modello di governo, dove i territori saranno protagonisti. L’obiettivo è garantire la qualità dei servizi, puntando su semplificazione e razionalizzazione”
L’Emilia-Romagna cambia veste, con un progetto di legge che disegna un nuovo sistema di governo.
Approvato oggi dalla Giunta regionale dopo la sottoscrizione di un nuovo patto interistituzionale tra Regione e istituzioni locali (Città metropolitana di Bologna, Province e Comuni), dovrà passare ora all’esame dell’Assemblea legislativa. Di grande rilievo anche l’accordo siglato con le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, a garanzia di tutto il processo di mobilità del personale.
“Con questo progetto abbiamo ripensato l’intero sistema di governo territoriale della nostra regione, e non solo dato attuazione a una legge nazionale. Volevamo una grande partecipazione e la condivisione di una proposta che puntasse a un modello innovativo del sistema istituzionale, basato su semplificazione, razionalizzazione e protagonismo dei territori. L’obiettivo è quello di continuare a garantire, e se possibile innalzare, la qualità dei servizi ai cittadini”. Questo il commento dell’assessore al Riordino istituzionale Emma Pettiti, che oggi pomeriggio ha illustrato il testo del progetto di legge alla stampa.
“Lo avevamo detto nel programma di mandato: questa sarà una legislatura costituente, che dovrà suggellare una forte condivisione tra Regione ed Enti locali per il raggiungimento di obiettivi strategici – ha aggiunto Petitti -. Abbiamo messo in campo una nuova prospettiva, che passerà dal policentrismo alle aree vaste interprovinciali, e avrà per protagonisti i territori, che dovranno definire gli ambiti ottimali delle aree vaste. Un ruolo strategico per l’intero territorio sarà quello della Città Metropolitana di Bologna, che dovrà essere l’hub della regione. Le Unioni di Comuni saranno perno dell’organizzazione dei servizi di prossimità al cittadino e assumeranno un’importanza fondamentale, perché l’obiettivo è quello di portare a 300 i Comuni entro questa legislatura. Altra priorità – ha concluso l’assessore – era il lavoro: grazie al confronto con le organizzazioni sindacali e ai 28 milioni aggiuntivi messi a bilancio non ci saranno esuberi e tutti i processi di mobilità rientreranno nel perimetro della nostra regione”.
Il personale della Città metropolitana e delle Province
Nella definizione dei ruoli assegnati a Regione, Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e Unioni di Comuni, la prima preoccupazione è stata quella di garantire ai dipendenti della Città metropolitana e delle Province il mantenimento del posto di lavoro. Molto stringenti i tempi previsti dalla legge per la definizione degli elenchi del personale interessato: entro la fine del 2016 tutte le 3.966 persone interessate avranno una collocazione certa. Circa 2.000 dipendenti resteranno alle Province per svolgere le funzioni fondamentali indicate dalla legge 56/2014 (cosiddetta “legge Delrio”), come ad esempio la pianificazione dei servizi di trasporto di ambito provinciale e gli interventi per l’edilizia scolastica. Circa un migliaio saranno trasferiti a livello regionale (Regione ed enti regionali) per lo svolgimento di funzioni regionali in materia, ad esempio, di agricoltura, ambiente, formazione e altro.
Le misure finanziarie straordinarie
Per accompagnare la legge di riordino istituzionale e il percorso verso la costituzione delle Aree vaste, coprire integralmente le spese relative alle funzioni da delegare o mantenere in gestione diretta, garantire il lavoro ai dipendenti della Città metropolitana e delle Province, la Regione ha assicurato sul bilancio 2015 una quota aggiuntiva di 28 milioni di euro, oltre ai 31 ordinariamente previsti.
Uno sforzo straordinario che garantisce la transizione, assicura la continuità dei servizi e offre al sistema degli enti locali condizioni adeguate per gestire l’azione di governo.
Un nuovo modello di governo territoriale
Il progetto dà applicazione alla legge 56/2014, ma al tempo stesso prefigura un nuovo modello di governo territoriale che pone le basi per la realizzazione di Aree vaste interprovinciali, più ampie degli attuali confini territoriali, fondate sull’aggregazione funzionale tra Province.
I territori provinciali potranno fare sistema per sviluppare al meglio nuove strategie territoriali e gestire i servizi in modo unitario (ad esempio in materia di turismo, trasporti o protezione civile), in linea con le esigenze di cittadini e imprese.
Altrettanto importante il ruolo affidato alla Città metropolitana di Bologna, che avrà significative ricadute sia sulla stessa area bolognese, sia sull’intero territorio regionale: la Città metropolitana come hub della regione.
Un ruolo di rilievo assumono anche le Unioni di Comuni, specie in alcuni settori come forestazione e vincolo idrogeologico. In quest’ottica la legge valorizza ulteriormente le Unioni come perno dell’organizzazione dei servizi di prossimità al cittadino (ad esempio gli sportelli unici edilizia e attività produttive).
Forte è anche l’incentivazione alle fusioni di Comuni, che ridurrà il numero dei Comuni in regione.
Ambiente, sicurezza del territorio e lavoro: la riorganizzazione delle funzioni attraverso le Agenzie
Per delicate funzioni quali ambiente, sicurezza del territorio e lavoro, la legge ne prevede la riorganizzazione, puntando su unificazione, razionalizzazione e semplificazione.
Per assicurare un importante presidio sulle politiche formative e di sostegno al lavoro – uno dei punti nodali del programma di mandato – è istituita l’Agenzia regionale per il lavoro, che porterà gradualmente nell’Agenzia anche gli attuali dipendenti dei Centri per l’impiego provinciali.
Per quanto riguarda l’ambiente, la legge unifica in un centro tecnico di competenza le autorizzazioni ambientali e quelle in materia di energia.
Sarà quindi rimodulata l’organizzazione attuale di Arpa (Agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente), che diventerà Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia.
In coerenza con l’attenzione che la Giunta vuole dedicare al tema della sicurezza del territorio, vengono unificate in capo all’Agenzia regionale di protezione civile anche le funzioni di sicurezza territoriale. Una scelta che punta a valorizzare competenze, risorse e mezzi di intervento delle varie strutture attualmente operative e contemporaneamente a rafforzare i presidi sul territorio.
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
Periscopio è proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.
Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto.
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante. Buona navigazione a tutti.
Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.
Francesco Monini
direttore responsabile
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it