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Da Organizzatori

Il Forum del Terzo Settore e le maggiori rappresentanze delle reti associative di Ferrara e provincia condividono le preoccupazioni del Forum Nazionale e lanciano un appello ai parlamentari del territorio e alla Regione.
Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dei decreti attuativi della legge di Riforma del Terzo settore saranno le Camere ad intervenire per i necessari pareri prima della loro adozione definitiva.
Nelle ultime settimane il processo di adozione dei decreti attuativi ha subito un’accelerazione che non ha permesso di approfondire i tanti aspetti complessi che riguardano la sopravvivenza dell’intera rete del Terzo Settore.
Esprimiamo una forte preoccupazione su diverse questioni che, se non corrette, potrebbero mettere a repentaglio tante attività culturali, sociali, sportive e di volontariato che permettono di creare relazioni e rendere coesi i territori, anche i più periferici.
Proseguendo su questa strada si pregiudica irreparabilmente la vita di centri sociali, circoli culturali, polisportive, parrocchie, case del popolo, contrade, spazi comunali gestiti da associazioni.
Gli aspetti da modificare riguardano ad esempio le modifiche introdotte all’ultimo minuto nel Decreto Legislativo sull’ “impresa sociale” che rischia di limitare molto l’operatività della cooperazione sociale.
E’ necessario anche introdurre una modifica sulla fiscalità e recuperare appieno i principi di mitigazione fiscale che, grazie alle precedenti norme, consentivano all’attività economica, ma non d’impresa, di sostenere attività sociali, concerti, laboratori, sportive e tante iniziative autosostenute.
Non comprendiamo poi l’appesantimento burocratico che tende a limitare oltre il necessario le libertà e le autonomie statutarie che sono alla base dell’iniziativa associativa e incrementano il carico di lavoro su gruppi dirigenti e volontari.
Anche la revisione del sistema dei Centri Servizio per il Volontariato mira a cancellarne la presenza e quindi il ruolo delle tante reti di periferia, privilegiando aree metropolitane ed aree vaste.
Alla luce di questo quadro il Forum di Ferrara e le reti firmatarie si uniscono all’appello del Forum Nazionale e Regionale e invocano i propri parlamentari, gli Enti Locali e la Regione affinché vigilino sulla Riforma.
“Ci sono stati sicuramente dei passi in avanti – ha dichiarato la portavoce del Forum ferrarese Chiara Bertolasi – ma i decreti attuativi sono materia molto complessa e rischiamo di avere tempi troppo stretti per salvaguardare nel migliore dei modi la coesione sociale che il Terzo Settore garantisce. Chiediamo quindi una proroga ed una ripresa immediata del confronto istituzionale per trovare soluzioni alle forti criticità che permangono”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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