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Da: Ferrara Off

Astrid Boons racconta la sua ultima creazione, in scena anche sabato 22 e domenica 23 ottobre

«Cosa resta nel corpo del passato che abbiamo vissuto, mentre continuiamo ad andare avanti? Quello che lasciamo indietro continua a influenzarci? La ricerca che mi ha portato a creare a ‘Rhizoma’ è partita da queste domande, da una riflessione sui ricordi e sulla loro capacità di restarci appresso e condizionarci». Astrid Boons, coreografa e ballerina, racconta la genesi del suo ultimo lavoro, presentato in anteprima assoluta a Ferrara Off venerdì sera, in cartellone anche sabato 22 e domenica 23 ottobre alle 21, nello spazio teatrale di viale Alfonso I d’Este. Lo spettacolo, che inaugura la stagione autunnale ed è collegato anche al programma di danza contemporanea del Teatro Comunale Claudio Abbado, è una co- produzione avviata assieme al Korzo Theater di Den Haag, frutto di una residenza artistica divisa tra la cittadina olandese e il capoluogo estense.
«Con Miguelángel Clerc Parada, l’autore delle musiche originali dello spettacolo, e la danzatrice Maria Chiara Mezzadri, che mi accompagna in scena, abbiamo concluso qui lo studio cominciato lo scorso aprile in Svezia. Non eravamo mai stati a Ferrara ma ci siamo sentiti subito a casa, parte di questa città e parte di questo teatro. È stata un’esperienza veramente piacevole». ‘Rhizoma’, dopo il weekend del debutto, verrà presentato al pubblico olandese, con sette date già fissate a novembre. «Ognuno sa nella propria vita cosa significa ricordare, ognuno ha un passato a cui relazionare il proprio futuro, magari con paura o con un sentimento che si fatica a cancellare.
La memoria è universale ma ciascuno l’attraversa in modo individuale, per questo lo spettacolo non vuole fornire delle risposte univoche». Anche il luogo in cui viene rappresentato contribuisce a rendere unica e sempre diversa l’ interpretazione dello spettatore: «Ferrara Off è un teatro piccolo e molto accogliente, c’è grande vicinanza tra chi si esibisce e chi assiste alla performance, per questo io e Maria Chiara potremmo concentrarci sui dettagli, sappiamo che verranno percepiti chiaramente, quasi si potesse zoomare sui movimenti. Quando saremo al Korzo Theater prevarrà la visione complessiva dell’insieme. La possibilità di lavorare su queste due dimensioni è particolarmente interessante».
L’artista invita tutte le persone interessate a «venire a vedere, con mente molto aperta, e a prendere da ‘Rhizoma’ ciò che si preferisce, ma soprattutto ciò che si sente. Perché la memoria non è solo legata alle nozioni o agli eventi, non è solo una questione di mente, riguarda anche ciò che proviamo con il nostro corpo. Mostrerò qualcosa di molto mio, molto personale, che va recepito in modo altrettanto personale».
Per informazioni e prenotazioni scrivere a info@ferraraoff.it oppure telefonare al numero 3336282360. Biglietto: 8 euro per i soci Ferrara Off, 5 euro per gli under20, 10 euro per non soci – quota che comprende la tessera associativa.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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