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Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

In una prima fase della sperimentazione, guidata dall’Istituto Spallanzani, coinvolti 45 volontari di Roma, Verona, Cremona e Piacenza. Il campione sarà incrementato nel tempo, se non emergeranno controindicazioni. Il direttore generale dell’Ausl di Piacenza, Luca Baldino: “Ci auguriamo davvero che anche dal nostro lavoro arrivi una spinta importante alla realizzazione del vaccino”

 Una delle province che ha pagato il prezzo più alto al Coronavirus, Piacenzaentra a far parte della sperimentazione del vaccino italiano contro il Covid-19. Unica città assieme a Roma, Verona e Cremona.

Il progetto, guidato dall’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani e finanziato da Regione Lazio e Ministero dell’Università e della Ricerca, in una prima fase coinvolgerà 45 volontari sani massimo 55enni, ai quali sarà somministrato il vaccino; se i test non avranno controindicazioni, verranno poi allargati a un nuovo gruppo di cittadini tra i 65 e i 75 anni, per poi essere ulteriormente estesi con il progredire dei risultati, come ha resto noto la Regione Lazio.

“È davvero un bene- afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini– che la città che ha più sofferto nella nostra regione, e tra la più colpite in tutto il Paese, entri a far parte di questo progetto, che ha un obiettivo ambizioso: identificare la quantità minima di vaccino capace di sviluppare gli anticorpi nell’essere umano. Sappiamo- aggiunge l’assessore- quanta importanza rivesta la ricerca in una fase delicata come questa, poiché la sconfitta del virus arriverà solo con la scoperta del vaccino, e auspichiamo quindi che la sperimentazione confermi i risultati attesi. Nel frattempo, il nostro sostegno ancora una volta va ai ricercatori e a tutti i cittadini, in particolare quelli della nostra regione, che daranno la propria disponibilità mettendosi al servizio della scienza e della collettività”.

dettagli operativi sono ora nella fase di ultima definizione e i professionisti dell’Azienda Usl di Piacenza continuano a collaborare con il team nazionale del progetto. Intanto, il vaccino ha già superato i test preclinici effettuati sia in vitro che in vivo su modelli animali, che hanno evidenziato la forte risposta immunitaria indotta e il buon profilo di sicurezza; ora può quindi cominciare la fase 1 di sperimentazione sull’uomo della piattaforma vaccinale italiana, alla quale ha collaborato anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche con il supporto del Ministero della Salute.

Soddisfatto il direttore generale della Usl di Piacenza, Luca Baldino: “Un risultato sul quale diverse articolazioni aziendali hanno lavorato molto, nelle scorse settimane, a cominciare dai professionisti della Unità Operativa di Malattie infettive con il direttore Mauro Codeluppi, fino agli operatori dello staff aziendale incaricato di gestire i progetti di ricerca e innovazione e ai farmacisti dell’ospedale. Abbiamo ottenuto le autorizzazioni necessarie da parte di Aifa ed ora siamo pronti a collaborare con l’Istituto Spallanzani per iniziare la sperimentazione sull’uomo. Tutti noi ci auguriamo davvero che dal nostro lavoro arrivi una spinta importante alla realizzazione del vaccino”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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