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Da Organizzatori

Il rapporto con il territorio dell’Altomilanese e del Varesotto al centro della nuova edizione dell’iniziativa promossa dal Circolo Culturale e Ricreativo con il sostegno della Bcc. Consegna delle opere entro giovedì 26 ottobre; premiazioni il 3 dicembre 2017

Nell’anno del suo compleanno, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate dedica il concorso fotografico ai suoi 120 anni. Oltre un secolo di vicinanza al territorio e di presenza costante al fianco di imprese e famiglie per sostenerle nei loro progetti. “Altomilanese e Varesotto. 120 anni di Bcc in uno scatto” questo il titolo della nona edizione del concorso che, organizzato dal Circolo Culturale e Ricreativo della banca, vuole arrivare a coinvolgere tutti i 74 Comuni che rientrano nell’area di competenza della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Due le sezioni previste: immagini a colori e immagini in bianco e nero.
«Era il 6 ottobre del 1897 quando 13 cittadini, guidati dal parroco di Busto Garolfo don Giovanni Besana, fondarono l’allora Cassa Rurale Cattolica di depositi e prestiti di Santa Margarita. Oggi, 120 anni dopo, siamo ancora qui. Siamo cresciuti e abbiamo tessuto delle importanti reti con il territorio», ricorda il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Roberto Scazzosi. «Nell’anno in cui andiamo a celebrare questo importante traguardo, abbiamo voluto dedicare il concorso fotografico alle relazioni e ai rapporti che in tutti questi anni siamo andati a costruire, nel rispetto di quei principi di mutualità e cooperazione che fanno del Credito Cooperativo un modo diverso di essere banca. E dalle relazioni e dai principi sono nati molti progetti concreti».
È quindi sulla collaborazione che ha visto protagonisti la Bcc e il territorio che il concorso fotografico si vuole concentrare andando a raccontare non solamente gli immancabili momenti di festa che saranno organizzati, ma anche e soprattutto a testimoniare i frutti concreti cui ha portato la rete costruita. Il tutto con uno scatto. «Un tema non semplice», osserva Maria Carla Ceriotti, presidente del CCR della banca. «Ma dalle relazioni della Bcc con il proprio territorio sono stati attivati molti progetti e i risultati concreti e visibili non sono certo mancati. Ai fotografi vorremmo chiedere di documentare queste relazioni, di raccontare come l’azione di una banca locale fa crescere un territorio».
Il tema è unico per le due sezioni (fotografie a colori e fotografie in bianco e nero). Ogni autore può partecipare con un massimo di tre immagini a colori e tre in bianco e nero; le foto devono essere presentate sia in formato cartaceo (stampa 20 x 30 cm) con riportati sul retro il numero progressivo, il titolo, il luogo e la data dello scatto, oltre al nome e cognome dell’autore, sia in formato digitale (jpg) in risoluzione 300 dpi su cd o chiavetta usb. I materiali possono essere consegnati a mano nelle filiali della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, presso la sede del CCR tutti i giovedì dalle 21 alle 22.30, oppure inviati a “Concorso fotografico – Circolo Culturale, Bcc Busto Garolfo e Buguggiate, via Manzoni 50, 20020 Busto Garolfo (MI)”. Le opere dovranno pervenire entro e non oltre il prossimo 26 ottobre. Il concorso è gratuito e aperto a tutti.
Sono previsti premi nelle due sezioni per i rispettivi primi tre classificati; saranno inoltre riconosciuti premi speciali per la miglior fotografia ai soci Ccr, ai soci Bcc e ai ragazzi sino a 16 anni; le dieci migliori opere segnalate dalla giuria riceveranno una menzione. Per l’occasione è stato previsto anche un “Premio Bcc” che sarà assegnato direttamente dal Consiglio di Amministrazione della banca. La premiazione, con la mostra delle opere ammesse, è in programma nella serata di domenica 3 dicembre 2017 nell’auditorium Don Besana, in via Manzoni 50 a Busto Garolfo.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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