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FERRARA – Lei è un vero talento internazionale e sarà per la prima volta a Ferrara a “Musica a Marfisa D’Este” di Corso Giovecca 170, mercoledì 18 luglio 2018 alle ore 21,15 ospite dei concerti organizzati dal Circolo Frescobaldi. Si tratta della pianista ucraina Mariia Yudenko, vincitrice un mese fa del prestigioso Concorso internazionale “Andrea Baldi” di Bologna. La Yudenko ha fatto il primo assoluto, sbaragliando una agguerrita concorrenza di pianisti provenienti da tutto il mondo.
Per il suo debutto a Ferrara ha scelto musiche di Haydn (Sonata in Do maggiore n.48 Hob.XVI), Chajkovskij (Suite dal balletto “Lo Schiaccianoci” op.71), Brahms (Variazioni su un tema di Paganini op.35 vol.1°) e Ravel (Gaspard de la nuit).
L’ingresso è a offerta libera.
Mariia Iudenko è nata nel 1992 in Ucraina. All’età di 5 anni ha iniziato a suonare il piano e a comporre. A soli 8 anni ha dato il suo primo concerto con un’orchestra in Russia. Negli anni seguenti Mariia si è esibita regolarmente in recital e ha vinto numerosi premi in varie competizioni internazionali di pianoforte. Ha partecipato a molte master class con celebri pianisti come Till Fellner, Jerome Rose, Jura Margulis, Boris Bloch, Choi Hie-yon, Michael Leuschner.
Mariia Iudenko ha già suonato molte volte durante festival e concerti in Ucraina, Russia, Italia, Spagna e Germania sia come solista che con orchestra. Nel 2005 ha tenuto un tour di concerti in Germania. Mariia ha spesso suonato con cantanti e strumentisti. Ha terminato i suoi studi al Conservatorio di Stato Rimsky-Korsakov di San Pietroburgo (Russia) con il prof. V.Polyakov nel 2015 con lode. Dal 2015 è stata una studentessa e ora è uno studente Konzertexamen del prof. Gilead Mishory al conservatorio di Friburgo, in Germania.
o Giovecca 170, mercoledì 18 luglio 2018 alle ore 21,15 ospite dei concerti organizzati dal Circolo Frescobaldi. Si tratta della pianista ucraina Mariia Yudenko, vincitrice un mese fa del prestigioso Concorso internazionale “Andrea Baldi” di Bologna. La Yudenko ha fatto il primo assoluto, sbaragliando una agguerrita concorrenza di pianisti provenienti da tutto il mondo.
Per il suo debutto a Ferrara ha scelto musiche di Haydn (Sonata in Do maggiore n.48 Hob.XVI), Chajkovskij (Suite dal balletto “Lo Schiaccianoci” op.71), Brahms (Variazioni su un tema di Paganini op.35 vol.1°) e Ravel (Gaspard de la nuit).

Il ricavato della manifestazione sarà devoluto all’AMA Ferrara (Associazione Malattia Alzheimer) e anche alla Fondazione Zanandrea di Cento

Da: Amici della Musica

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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