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da: Liceo Ariosto Ferrara

La mattina del 19 novembre, il Liceo Classico Ariosto ha aperto le sue porte alla cittadinanza, accogliendo anche il suo più alto rappresentante, il sindaco Tiziano Tagliani, per la proiezione del video “Rifugiati e richiedenti asilo: storie di gente in cammino”, realizzato da studenti delle classi quarte e quinte, nell’ambito del laboratorio di storia “Ludovico Ticchioni”, condotto dalla professoressa Alessandra Guidorzi nell’anno scolastico 2014/2015, in collaborazione con ANPI Ferrara e Cooperativa Camelot, e con la regista Rita Bertoncini.
Chi è un richiedente asilo? Perché scappa dal suo paese? Quanti rifugiati nel mondo, in Italia e a Ferrara? Qual è la nazione che produce il maggior numero di rifugiati?
Se ne parla tanto, ma pochi hanno risposte precise a queste domande, così gli studenti hanno preso una videocamera e sono usciti nelle strade per chiederlo ai cittadini, ricevendo risposte sorprendenti. Poi si sono rivolti ad esperti, come Jacopo Sarti della cooperativa Camelot, che hanno potuto fare chiarezza sulla questione e hanno raccolto testimonianze dirette di migranti.
Ne è nato un racconto destinato ai ragazzi, ma che parla in modo coinvolgente, ironico ed emozionante anche tutti coloro che vogliano capire qualcosa di più sul tema dei rifugiati, in particolare in città.
“Sono contento di entrare in una scuola e accorgermi che sta lavorando per capire quello che c’è fuori”, ha detto Tagliani.
Due richiedenti asilo che vivono a Comacchio hanno letto l’articolo 3 della Costituzione italiana sui principi di dignità sociale e di uguaglianza, e l’articolo 10, sul diritto d’asilo. Tagliani ha aggiunto che “di pari importanza è l’articolo 2 che estende i diritti a tutti gli uomini, e non solo agli italiani”. E facendo riferimento ai due grandi temi caldi del momento, l’allarme terrorismo e i flussi migratori, il sindaco ha affermato che “si deve garantire la sicurezza senza fare passi indietro rispetto ai principi costituzionali e ai diritti inviolabili, altrimenti si viene meno a ciò che è alla base della Repubblica italiana”.
“Dopo Parigi dobbiamo vigilare sulle nostre comunità”, ha concordato Mara Salvi, preside dell’istituto, “ma come ha detto Jean-Claude Junker, presidente della Commissione Europea, non confondiamo i terroristi con i rifugiati, perché i primi sono criminali, mentre i secondi sono vittime, e non cambiamo l’agenda politica in materia di migrazione, continuiamo con l’accoglienza”.
Un’accoglienza che, ha ricordato Tagliani, “Ferrara ha dimostrato anche durante la Prima Guerra Mondiale, accogliendo otto mila sfollati dal Veneto e dal Friuli a seguito dell’invasione austriaca. Allora la città era più piccola, eppure non venne meno l’aiuto. Oggi siamo di fronte a numeri decisamente inferiori, bisogna ricostruire quel senso di solidarietà”. “I diritti, se non sono per tutti, ma proprio tutti, cambiano nome, si chiamano privilegi”, ha concluso Daniele Civolani, dell’ANPI. E non è per una società di privilegiati che hanno combattuto i partigiani.
Una mattinata che si è trasformata in un’entusiasmante lezione di storia a più voci, che ha stimolato la partecipazione critica degli studenti, a conferma della centralità della materia per capire non solo il passato ma anche il presente.
Il filmato sui rifugiati è ora disponibile al seguente link: http://www.liceoariosto.it/component/content/article/673.html.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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