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Da: Ferrara Musica
Lunedì 13 maggio – Teatro Comunale “Claudio Abbado”, ore 20.30 – Ferrara Musica conclude la sua stagione 2018/2019 con un bel concerto cameristico, che costituisce il secondo appuntamento del Progetto Lauter, un appuntamento strettamente legato alla mostra di Ferrara Arte Boldini e la Moda. Protagonista sarà il quintetto formato dai violinisti Alexandra Conunova e Nicola Bruzzo, la violista Béatrice Muthelet, il violoncellista Alexey Stadler e il pianista Enrico Pace, che proporranno al pubblico un programma musicale strettamente connesso con il periodo storico e le suggestioni derivanti dall’esposizione in corso a Palazzo Diamanti.
Lauter è un progetto di divulgazione musicale ideato e diretto da Nicola Bruzzo, giovane violinista ferrarese dalla carriera internazionale. Si tratta di un’iniziativa inserita fin dal suo esordio nella stagione di Ferrara Musica, che riesce nel difficile intento di avvicinare i ragazzi delle scuole superiori alla musica classica grazie a una formula semplice quanto efficace: coinvolgere attivamente i giovani nell’organizzazione dei concerti, per creare un pubblico consapevole e partecipe, stimolare tra i ragazzi curiosità e attenzione nei confronti di un mondo considerato spesso molto distante.
Il progetto è cominciato a marzo, e ha coinvolto gli studenti del Liceo Ariosto e della Smiling International School – scuole che avevano partecipato anche alle due predenti edizioni di Lauter – e per la prima volta dell’Istituto Bachelet. Gli allievi delle tre scuole sono stati formati per costituirsi in gruppi di lavoro autonomi, capaci di preparare, promuovere e gestire uno spettacolo o un concerto dal vivo. Sono state fornite agli alunni le basi del managing e della comunicazione culturale, per farli diventare i curatori degli eventi performativi che si sono tenuti martedì negli istituti scolastici e per lo stesso concerto finale di stasera, che anche questa volta come già nelle due passate stagioni fa registrare il sold out, a dimostrazione dell’efficacia del progetto.
Il programma musicale, ispirato alla mostra su Boldini e incentrato interamente su compositori francesi attivi all’inizio del Novecento, propone in apertura la Sonata n. 1 in re minore per violoncello e pianoforte di Debussy, che appartiene agli ultimi anni del compositore francese. È una musica calma, intima, sognante, venata qua e là da momenti di inquietudine, che ben si spiegano con le preoccupazioni per le vicende della prima guerra mondiale e con l’acuirsi della malattia che in pochi anni lo avrebbe condotto alla morte. Segue la Sonata per violino e pianoforte “Alla memoria di Federico Garcia Lorca” di Poulenc: caratterizzata da tinte forti, ebbe la sua prima esecuzione il 21 giugno 1943 ad opera di Ginette Neveu, accompagnata al pianoforte dall’autore stesso.
Chiude il programma l’incantevole Quintetto n. 1 in re minore op. 89 di Gabriel Fauré, composizione poco frequentata di un autore ancora troppo poco conosciuto dal pubblico italiano, eseguita per la prima volta al Cercle Artistique di Bruxelles nel 1906, al pianoforte lo stesso Fauré. Definito da Koechlin «una delle opere più belle scritte dal suo compositore», questo Quintetto può essere considerato il lavoro che diede inizio all’ultima fase creativa del compositore francese.
Info: tel. 0532 202675 – www.ferraramusica.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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