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da: Autori a Corte

Bel riscontro di pubblico con quasi 150 persone che si alternate durante la giornata per il primo appuntamento di Autori a Corte spaciale Natale 2014.

Martedì 16 dicembre presso la sempre affascinante della Sala Estense per un evento che gode del Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e con la partreneship dell’Istituto IPSARR di Ferrara preceduti da una presentazione dedicata interamente ai bambini alle ore 18,00 del volume Le fiabe colorate di Miriana di Miriana Trevisan (Caracò Editore) con l’abile conduzione di Ruggero Veronese e la drammatizzazione di Denise Anna De Prisco, si sono susseguiti Giancarlo Dall’Olio con la sua ultima novità La generazione imperfetta (Este Edition) e Franco Mari con Il dito di Dio (Este Edition) e Guido Barbujani con Lascia stare i santi (Einaudi).
La serata ha visto come moderatori Anna Quarzi presidentessa dell’Istituto di Storia Contemporanea
che ha Patrocinato l’incontro per il duo Mari-Dall’Olio, autentica chicca per la tematica dissimile ma comune nell’inqaudramento storico che ha catalizzato l’attenzione del pubblico e Sergio Gnudi scrittore e direttore artistico della fortunata rassegna Parole d’autore per Guido Barbujani, maestro della scrittura ma anche della parola che ha, se possibile, stupito la parte di platea di suoi concittadini che ancora non lo conosceva sotto questa veste.
Pubblico attento e partecipe che ha apprezzato sia i volumi che le degustazioni offerte da Cafferia 2000, Panificio dellepiane e l’azienda vinicola Zanatta.
Il prossimo appuntamento d martedì 23 dicembre a concludere questo appuntamento natalizio che è stato realizzato grazie al contributo di banca Mediolanum ed Estense.com vedrà alternarsi sul palco Gian Pietro Testa con la sua novità Interviste infedeli (Este Edition)e a chiudera l’attessissima anteprima del libro del comico Andrea Poltronieri Note appuntate (Edizioni La Carmelina collana Autori a Corte) il tutto precedeuto alle ore 18,00 dal volume Il mare e le onde (Lantana editore) di Daniela Pareschi per il prologo che si svolge con il supporto di Paper Moon cartoleria dedicato ai più piccoli dai 5 anni in su.
Info sul sito http://www.autoriacorte.onweb.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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