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Da Organizzatori

Ancora più ricca ed appetitosa torna a Porto Garibaldi la Sagra della Canocchia e della Seppia. Il 20 e 21 maggio – con cena d’anteprima venerdì 19 al Centro Parrocchiale – e ancora il 27 e 28 maggio l’antica Magnavacca si veste a festa per celebrare la sua anima marinaresca e valorizzarne le numerose e consolidate attività legate al mondo della pesca. Anche per la settima edizione dell’evento, ricchissimo è infatti il cartellone di appuntamenti ed iniziative che, organizzate dal Consorzio L’Alba in collaborazione con la Cooperativa Piccola e Grande Pesca ed un amplissimo pool di operatori economici e del mondo associativo e del volontariato, animeranno non soltanto il suggestivo PortoCanale. A partire dallo Stand Gastronomico, a pochi passi dal mercato ittico, le cui cucine ogni sabato e domenica sia a pranzo che per cena proporranno piatti e specialità della cucina locale (dalla zuppa di cozze alle seppie al vapore, dai sedanini alle canocchie o con seppie, cozze e gamberi alle seppie e canocchie gratinate ed al guazzetto di seppie e piselli con polenta, ma anche un curiosissimo dessert ‘a tema’: un biscotto di pastafrolla a forma…di canocchia) fino al coloratissimo Percorso Espositivo con bancarelle di prodotti alimentari, artigianali, dell’arte e dell’ingegno che nei due week end – insieme ad escursioni, spettacoli, giochi ed attività per i più piccoli – invaderà un po’ tutte le principali piazze e strade del paese.
Si comincia venerdì 19 con la Cena d’Anteprima al Centro Parrocchiale dove dalle 20 sarà proposto – con incasso a favore della locale Parrocchia – un menu alla carta che prevede antipasto di seppie, polpo e patate; sedanini con canocchie; farfalle alla pescatora; seppie ripiene con polenta; gran fritto di mare e valle con contorni e dessert (info&prenotazioni al 345 5684017). Per gli appassionati delle escursioni, ogni sabato e domenica dalla banchina del PortoCanale, partenze in motonave per raggiungere al mattino il Faro di Gorino, alla foce del Grande Fiume, e nel pomeriggio le Valli di Comacchio. E ogni sabato alle 17,30 con ritrovo all’InfoPoint Sagra (dove saranno presenti anche gli studenti dell’Istituto ‘Remo Brindisi” di Lido Estensi), appuntamento con Il PortoCanale Racconta, passeggiata guidata e gratuita dedicata a storia, personaggi e miti dell’antica Magnavacca – la denominazione del paese fino al 1919 quando venne ribattezzato in onore dell’Eroe dei due mondi – e dei tanti “luoghi della pesca” che ne caratterizzano il PortoCanale. Mentre per chi vuole abbinare suggestioni ambientali e buona tavola, ogni domenica alle 10,30 è in programma la Pedalata della Canocchia, biciclettata slow (18 chilometri complessivi) da Porto Garibaldi a Comacchio ‘viaggiando’ lungo gli argini delle Valli con arrivo e pranzo allo stand gastronomico (info&prenotazioni: 329 9341581).
Molto ricco e per tutti gusti è infine il cartellone degli intrattenimenti: dalle esibizioni di ginnastica, arti marziali, zumba e danza al laboratorio didattico con protagonisti studenti, docenti e genitori dell’Istituto Comprensivo di Porto Garibaldi, dallo show dei burattini con la rassegna “Teatri sull’Acqua” di Massimiliano Venturi fino ai concerti live che vedranno sul palco – fra gli altri – ‘the Sameless Reunion’; ‘Insoniko’ e ‘ Dogato Sister’ oltre che, sabato 27 alle 23,30, il Grandioso Spettacolo Piromusicale che illuminerà la Darsena del PortoCanale.
Per chi arriva in camper, oltre ai tanti e attrezzatissimi campeggi dei Lidi comacchiesi, è possibile fruire della centralissima area di parcheggio dedicata in piazza don G. Verità (subito dietro il Mercato Ittico, coordinate GPS N 44° 678 E 12° 239), preaccreditandosi attraverso il sito ufficiale della manifestazione – fino ad esaurimento posti disponibili – al costo di 20 euro ad equipaggio.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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