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Si è conclusa con successo nelle scorse settimane “Piantiamola di inquinare!”, l’iniziativa di mobilità sostenibile avviata a giugno 2021 da BPER Banca, con il supporto della piattaforma Wecity, al fine di ridurre le proprie emissioni di CO2 nell’atmosfera.
L’iniziativa ha coinvolto 800 dipendenti, distribuiti nelle varie filiali del Gruppo, che per tre mesi si sono recati al lavoro in bicicletta, a piedi o in  monopattino per un totale di 73.709 km percorsi, equivalenti a oltre 20.822 tragitti casa-ufficio, abbattendo in questo modo circa 12 tonnellate di CO2, pari al risultato prodotto da oltre 400 alberi adulti in un anno nel loro lavoro di fotosintesi. Per ogni spostamento, l’app Wecity ha infatti calcolato la CO2 risparmiata (1 kg ogni 7 chilometri percorsi circa) e creato una classifica in base a questo valore. L’obiettivo iniziale era quello di ridurre le emissioni di CO2 della banca di almeno 10 tonnellate. E’ stato inoltre dato il via alla nascita del “Bosco BPER” su Treedom, la piattaforma di e-commerce online che consente a chiunque di piantare alberi in diversi paesi in tutto il mondo. “Il progetto ha voluto promuovere modalità di trasporto alternative all’utilizzo del mezzo privato motorizzato, al fine di salvaguardare l’ambiente e migliorare la salute, la sicurezza e il benessere psicofisico delle persone – ha commentato Giuseppe Corni, Chief Human Resource Officer di BPER Banca –. A fine ottobre abbiamo premiato l’impegno profuso dai nostri dipendenti secondo quanto stabilito dal regolamento di partecipazione e visto l’ottimo risultato abbiamo deciso, per i primi 50 classificati, di piantare altrettanti alberi che andranno a popolare il Bosco BPER sulla piattaforma Treedom”. Grazie alla tecnologia proprietaria di Wecity è stato possibile monitorare i percorsi effettuati dai dipendenti nel tragitto casa-lavoro, anche se svolti con più mezzi, e stilare una classifica sia a livello individuale che regionale.
“Come si può facilmente verificare nella nostra animazione e nella mappa interattiva, la regione più virtuosa è stata l’Emilia Romagna con oltre 6000 kg di CO2 risparmiate, seguita dalla Lombardia con oltre 3000, Marche con quasi 800 e Liguria con oltre 760 – ha aggiunto Paolo Ferri, CEO di Wecity –. Siamo davvero felici di aver contribuito a questo successo di BPER Banca e ci auguriamo di poter stimolare sempre più aziende e pubbliche amministrazioni a cambiare i propri stili di vita
favorendo mezzi di trasporto sostenibili”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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