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Da: Ufficio Stampa Forza Italia Ferrara
Sta suscitando ampio dibattito (e, nella maggior parte dei casi, anche enorme sdegno) la scoperta dell’assegnazione del bonus 600 euro a Parlamentari appartenenti a vari schieramenti. Difficile, se non impossibile, trovare una giustificazione: chi ha cercato di farlo, per se stesso o per altri, è caduto in una sorta di autoparodia, riscontrabile nella frase “Il bonus è stato richiesto a loro insaputa”.
Caso analogo per i consiglieri regionali, ampiamente remunerati per la loro attività assembleare, mentre diverso e variegato è quello di sindaci e assessori di Comuni di poche migliaia di persone, dove i compensi sono spesso inferiori a quelli di un impiegato/operaio. Chi svolge incarichi pubblici in comuni di poche anime vive soprattutto del proprio lavoro e patisce eventi eccezionalmente negativi.
Certo, a prescindere dalle specificità, occorrerebbe parlare di dignità, di responsabilità politica e di leggimità. La prima ha che fare con le singole coscienze, la seconda sconfina nei valori di un movimento che taluni hanno l’onere di rappresentare, la terza attiene al legislatore.
Ecco, capisco lo stato di emergenza (che meriterebbe ben altri approfondimenti nda) e la necessità da parte del Governo di prendere povvedimenti con relativa urgenza, ma le responsabilità di chi ha emanato queste norme “a uso e consumo di furbetto” esistono eccome.
Tralasciando per un attimo i politici, non è sfuggito ai più che moltissimi professionisti  abbiano richiesto tale bonus, pur con dichiarazioni dei redditi da oltre 100mila euro. Credo sia lecito chiedersi se tutti loro siano stati alle prese con lo sforamento della propria soglia di sussistenza tale da avanzare la richiesta di sussidio.
Difficile da credere e qui la responsabilità politica, o di rappresentanza, non c’entra nulla.
Nel 2020, con database complessi e interconnessi, sarebbe stata opportuna, – anzi necessaria – l’adozione di strumenti di controllo preventivo (tipo ISEE), per capire quali professionisti sarebbero stati da aiutare e chi no, escludendo automaticamente i percettori di redditi dalla Pubblica Amministrazione, perlomeno entro una certa cifra.
Il Governo ha invece provveduto a un’elargizione a pioggia ed è stato come mettere sia il vasetto di marmellata che il cucchiaio per mangiarla nelle mani sbagliate.
C’è da stupirdi? Non più di tanto, direi. Fa tutto parte di un lento declino della politica italiana e dei propri rappresentanti, con una crisi valoriale evidente a tutti i livelli insieme a una trasversale mancanza di preparazione sia tecnica che morale, in cui il merito si è perso dinnanzi ad altri presupposti.
L’ennesima prova tangibile di inadeguatezza dell’attuale classe dirigente – salvo rare eccezioni – di cui nessuno avvertiva il bisogno.
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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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