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Guardare e leggere Periscopio: istruzioni per l’uso

La vita, istruzioni per l’uso è un famoso romanzo-non romanzo di George Perec. Per alcuni Perec, come Queneau, è noioso, illeggibile. Per me no, il romanzo di Perec è un gioiello di stile e di intelligenza: per fortuna la pensava così anche Italo Calvino. Naturalmente leggerlo non significa automaticamente “imparare a vivere”, ma ti mette in testa strane idee e molti dubbi interessanti. Nel micro (perché Perec è Perec) Periscopio si propone la stessa cosa: non di spiegarvi come va il mondo, cosa c’è di sbagliato e cosa bisognerebbe fare per raddrizzarlo, ma raccontare semplicemente delle storie, i sogni e i bisogni  che ci abitano, e porre domande. aprire altri punti di vista, mostrare qualche angolo di storia rimasto colpevolmente al buio.

Avete sotto gli occhi la Veste nuova di Periscopio. Qui, le nostre istruzioni per l’uso, sono solo un manuale, un vademecum per il lettore, un navigatore non-satellitare per orientarsi nel rigoglioso bosco di un quotidiano diverso dagli altri. Se però la lettura vi annoia, seguite il consiglio di Pennac, smettete di leggere queste note e affrontate l’ignoto, navigate in libertà, senza mappa, scoprite da soli il vostro personalissimo Periscopio.

Cominciamo dall’inizio, dalla testata: in alto, grande, centrata, come in tutti i quotidiani che si rispettino. Non vedete più il sottomarino con il suo il periscopio, il cielo e il mare. C’è solo il logo: Periscopio, accompagnato da un mirino (sembra un tirassegno, ma è un mirino, un invito a andare al centro delle notizie). Periscopio vorrebbe guardare lontano, o almeno un po’ più in là del punto dove di solito si fermano tutti i giornali. La testata è immersa in un colore che abbiamo scelto con cura. È un verde petrolio. Ci piace molto, ed è l’unico petrolio che riusciamo a sopportare.

Appena sopra la testata trovate i nostri canali: Facebook, twitter, instagram, YouTube. Per ora non fateci caso, li abbiamo ereditati da ferraraitalia e dobbiamo ancora sistemarli. L’unico che funziona e che potete usare per approvare, disapprovare e commentare è Facebook, noi però preferiamo i commenti (aperti a tutti) direttamente sotto ogni articolo, oppure una vostra email.

Sotto la testata (lo so che sembra una lezioncina, ma forse a qualcuno può servire per orientarsi), dicevo, sotto la testata c’è la barra degli strumenti : Home – Chi siamo – Quotidiano –  Rubriche – Ferraraitalia – Sostienici – Contatti. Alcune voci sono ancora incomplete o addirittura vuote, ma queste quattro sono importanti. In Quotidiano trovate in ordine cronologico tutti gli articoli pubblicati, a cominciare dall’ultimo, indipendentemente dalla casella che sono andati ad occupare sul giornale. In Ferraraitalia tutti gli articoli che hanno a che fare con Ferrara e la sua comunità. Invece cliccando su Categorie e Rubriche si apre una tendina con l’elenco completo. Le categorie sono i temi, gli argomenti, mentre nelle Rubriche trovate le pagine scritte o curate dai vari autori di Periscopio.

Il primo articolo con la foto a tutta pagina è l’articolo del giorno, o quello che riteniamo più rilevante o interessante. Questa apertura noi la chiamiamo PRIMISSIMO PIANO.
Appena sotto, a formare una specie di mosaico, i 5 articoli di PRIMO PIANO: sono articoli che riteniamo rilevanti, usciti il giorno stesso e nei giorni appena precedenti. Sotto il Primissimo e il Primo piano c’è un rullo con 25 articoli che potete far scorrere e visitare a piacere. Per noi è la striscia IN EVIDENZA 

Scendiamo ancora verso il basso, lasciamo indietro quella trentina di articoli che corrispondono più o meno alla “prima pagina” del quotidiano. Solitamente un giornale finisce lì, ma Periscopio avete appena cominciato a esplorarlo. Ora trovate, dentro una grafica particolare, la sezione Ferraraitalia. Attenzione, anche se non siete di Ferrara e dintorni, potete trovare cose che vi riguardano molto da vicino: effetti della globalizzazione e scrittura glocal.

Un giallo becco d’oca accompagna gli Speciali: una storia o un viaggio a puntate, il percorso a tappe di una mostra, di un convegno, di un festival, l’antologia dedicata a un autore o a un argomento, un fumetto a puntate. Insomma, una proposta seriale, senza la noia e la superficialità dei serial televisivi e dei tormentoni politici. Uno “Speciale” può farvi compagnia per molti giorni. Potete cominciarlo, smettere e riprendere la lettura quando volete. Periscopio non butta via nulla. Ha la memoria lunga.

Gli Eventi si spiegano da soli. Anche se le scelte di Periscopio potranno stupirvi. I grandi eventi, quelli di cui tutti parlano, non godono del sacro diritto di precedenza. Così, invece del centenario di Antonio Canova o della Biennale di Venezia, sotto i riflettori può starci un piccolo festival di poesia errante o una rassegna di micro-teatro in giro per gli appartamenti di un grattacielo. Ecco, scegliamo eventi, piccoli o grandi, che facciano girare il cervello e muovano i nostri sensi e il residuo dell’anima. Scommettendo, va da sé, nel cervello e nell’anima dei lettori.

In fondo, si apre il catalogo delle Pagine e Rubriche. Un continente sconosciuto e da conoscere a poco a poco.  Parafrasando un grande bibliotecario e bibliografo: ad ogni lettore la sua rubrica, a ogni rubrica i suoi (affezionati) lettori. Per ora le proposte sono trenta. Aumenteranno, perché Periscopio è continuamente alla ricerca di nuove scritture e nuovi autori.

Gli indizi sono finiti. Restano le firme dei tanti che per Periscopio scrivono e collaborano al giornale. Perché lo fanno? Per piacere e per passione. Nient’altro.

In copertina: elaborazione grafica di Ambra Simeone

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Francesco Monini

Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it