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Da: Organizzatori
IL PCI di Ferrara rende noto che, purtroppo, le altre forze a noi affini hanno preferito abbracciare l’avventura civica che, come era prevedibile, è naufragata senza nemmeno arrivare sulla scheda elettorale.
Tutti i nostri tentativi di intesa sono rimasti inascoltati portando all’assenza, per queste amministrative, di una forza marcatamente comunista.
Lavoreremo di più e meglio per il futuro, ma siamo fieri di aver mantenuto la linea del PCI per presentarsi al voto: la presenza del simbolo ed essere alternativi al PD.
Noi non cambiamo maschera di volta in volta e non rinunciamo alla nostra identità di Partito Comunista Italiano.
Più Stato meno mercato!

PRECEDENTE APPELLO DICEMBRE 2018
In previsione delle Amministrative del 2019 il PCI chiede alle forze di sinistra di costruire insieme una proposta marcatamente alternativa al PD e alle logiche di centro sinistra. Proponiamo alla Città una forza composta da soggetti politici ciascuno con la sua identità chiara, ma con la volontà di costruire per Ferrara una proposta anticapitalista, di lotta di classe, che si opponga al dominio finanziario, alle politiche discriminatorie nazionali e locali, che contrasti la disillusione dei cittadini verso gli eletti.
La nostra proposta si può riassumere in uno slogan: più stato meno mercato.
Siamo per una sanità pubblica, gratuita e di qualità con l’abolizione dei ticket. La situazione del pronto soccorso deve essere risolta con maggiori investimenti nella sanità pubblica. Siamo contro i finanziamenti a scuole private e confessionali utilizzati con danaro pubblico; il danaro pubblico deve servire a finanziare le scuole pubbliche! Chiediamo un grande piano per il lavoro, per abolire il precariato e aumentare le possibilità di impiego per tutti. Siamo per la legalità, da perseguire non con politiche di repressione ma di inclusione e di utilizzo intelligente di chi arriva in città. Il miglioramento delle condizioni di tutti favorisce anche l’inclusione.
Noi del PCI ci poniamo sulla scena politica locale con la forza della nostra storia e delle nostre idee e chiediamo la collaborazione delle forze anticapitaliste per ridare fiducia ai cittadini, per dare di nuovo dignità al lavoro, per opporsi al liberismo del PD, per combattere il razzismo nazionale e locale, per contrastare il nuovo vento di destra ed impedire che venga percepito come normale.
Noi Comunisti crediamo nella solidarietà e vogliamo ricostruire il tessuto sociale della Città; assieme alle altre forze spiccatamente progressiste vogliamo dare ascolto ed energia soprattutto ai più deboli, a tutti i lavoratori, soprattutto quelli precari e sfruttati e ai ceti sociali indeboliti e frustrati dalla crisi sociale e politica degli ultimi anni.
Non ci spaventano le sfide, diamo un nuovo e democratico assalto al cielo!

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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