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Oggi è la festa dei papà, due sillabe cariche di tanti significati. Oggi dedichiamo tre bellissimi albi a tutti i papà, vicini e lontani. A quelli che ci sono e a quelli che non ci sono più. Perché questi ultimi sono semplicemente altrove.

Il primo albo di oggi è il delicatissimo “Papà”, di Hélène Delforge e Quentin Gréban, edito da Terre di Mezzo. Un libro di grande formato, con tavole spettacolari e testi poetici.

Dopo “Mamma” e “Innamorati”, nel nuovo albo della coppia autoriale troviamo un vivido ritratto dei “nuovi padri”, figure in grande evoluzione, sempre più coinvolte nel ruolo di partner e nella crescita affettiva dei loro figli. L’orgoglio, la paura di sbagliare, la dolcezza che si osa rivelare e che non si sapeva di poter avere, l’amore che si mostra in ogni istante. Ci sono tanti papà, tutti diversi, ma con lo stesso desiderio di felicità per il proprio figlio; perché si può essere padri in tanti modi. Papà non si nasce, ma lo si diventa?

“Ho avuto un papà molto timido, emotivo, sensibile, pieno di delicatezza e nostalgia”, dice Helène in una toccante intervista, “un uomo ‘ordinario’ ma straordinario, un uomo fragile che è stato molto ferito dalla vita… Mio papà era capace di piangere di nascosto alla laurea ma non di dirti apertamente ‘Ti voglio bene’. Era sempre lì quando avevo bisogno di lui, ma non si è mai imposto. Ho molti rimpianti per le cose che non abbiamo fatto insieme, per le cose che non gli ho detto. Mi ha lasciato…. il suo naso, il suo amore per i libri, il suo umorismo, il suo amore per il cibo, il timore di esser di disturbo, e tanti dubbi”.

Padri, coloro che spesso non sanno dire, non sanno esprimere. Uomini a cui avremmo voluto dire tante cose, cui dobbiamo dire cose adesso prima di non averne il tempo.

Padri severi, dolci, comprensivi, ispidi, coraggiosi, duri, teneri. I nostri eroi senza cappa né spada. Amici che sanno giocare sulla spiaggia, fare castelli in aria, suonare il pianoforte, leggere libri a voce alta, correre incontro ed abbracciare. Baciare.

Un libro perfetto per un dono nelle occasioni speciali.

Hélène Delforge, Quentin Gréban, Papà, Terre di mezzo, Milano, 2023, 72 p.

Altro albo affascinante e delicato, che illustra il tema del rapporto padre-figlia, è “Mio papà supertuttofare”, del francese Barroux, edizioni Clichy.

“Nella sua tana da agente segreto, papà nasconde un sacco di gadget con nomi impronunciabili e divertenti. Con i suoi ‘strumenti’ papà fa miracoli. Può aggiustare tutto: incolla, salda e rattoppa… e tutto questo grazie alla sua simpatica assistente: sua figlia! Sono la sola a conoscere il segreto di mio padre… Ogni fine settimana, infatti, papà fila in un posticino segreto giù in cantina e si trasforma in un tuttofare. Si toglie la cravatta e indossa la sua divisa da agente segreto: una vecchia maglietta bucata e un paio di pantaloni con le toppe. È super forte. Ma quando ha bisogno di aiuto, mi chiama in soccorso. Sono l’unica che può aiutarlo. Insieme aggiustiamo, rattoppiamo, frughiamo e inventiamo nuove cose super belle, mi piace un sacco! E mio padre, lo adoro!”.

Nel capanno segreto in fondo al giardino, che ricorda una tana di pirati, si cela un mondo colorato di scatole di viti e chiodi e di oggetti strani che tagliano e pizzicano. È il regno di un papà che nel week end si trasforma, da impiegato a tuttofare. Con l’aiuto della sua assistente il papà ripara cose rotte ma ne costruisce anche tante altre. Difficile capire cosa però, fino all’ultima pagina. Surprise, humour, suspense e mistero. Che divertimento!

Barroux, Mio papà supertuttofare, Edizioni Clichy, Firenze, 2020, 40 p.

“Ancora, papà”, di Mariapaola Pesce e Irene Penazzi, edito da Terre di Mezzo è, invece, una bella storia in rima per raccontare il proprio papà nel corso del tempo, un papà che è sempre lì quando giochi e quando cresci, che ti accompagna nelle vittorie e nelle sconfitte e che non smette di esserci quando cresci davvero e vai a vivere da sola e cominci a fare le scelte importanti della vita.

Un papà che è sempre al tuo fianco, attraverso tutti i momenti della vita: quelli quotidiani, più normali (giocare, lavarsi i denti, farsi le coccole nel lettone) e quelli più significativi (il primo amore, la prima delusione, il primo trasloco, la nascita di un bambino…).

Finché, con l’età, i ruoli si scambiano, ed è lui ad avere bisogno di te. Perché i ruoli cambiano, ahimè si invertono. Il circolo ricomincia. E allora tocca a noi figli esserci. Così come ci sono stati loro. Allora. Ora. Sempre. Un libro-dedica, capace di arrivare dritto al cuore di ogni figlio e di ogni papà.

Mariapaola Pesce e Irene Penazzi, Ancora, papà, Milano, Terre di Mezzo, 2020, 40 p.

Foto in evidenza tratta da Hélène Delforge, Quentin Gréban, Papà

Libri per bambini, per crescere e per restare bambini, anche da adulti.
Rubrica a cura di Simonetta Sandri in collaborazione con la libreria Testaperaria di Ferrara

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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