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Il silenzio è il linguaggio delle forti passioni.
(Giacomo Leopardi)

 

A PIEDI NUDI NEL PARCO

In un giorno qualunque
sono tornata.
Delicatamente in punta di piedi.
Senza sorridere.
A piedi scalzi
ho inseguito l’armonia
raminga
vagando sola
sfiorando la nuda terra.
Spalle fragili
e piedi nudi e neri.
Ho visto fili d’erba calpestati.
Sono il segno del passaggio.
Ci sarà un senso
per questa terra
invasata da tanta tristezza.
Ci sarà un modo per sfuggire
alla trappola dei pensieri
che imprigionano.
Ci sarà un nuovo credo
per colmare il vuoto dei tanti cuori.
La vita avanza
come il sentiero dei passi
e gli occhi guarderanno ancora a colori
se le ombre si allontaneranno a ritroso.

 

PAROLE PAROLE

Mi sono persa in tutto questo niente
e assaporo l’eloquenza del mio silenzio.
Ci ho messo del tempo
ma ho capito che non sono
quel che dico di essere.
Se fossi poesia
non sarei stanca di aspettare
ciò che non arriva.
Se fossi poesia
non sopprimerei le mie emozioni
i miei desideri
i miei sogni.
Se fossi poesia
mi ascolterei
per ammorbidire i miei spigoli.
Se fossi stata veramente poesia
non avrei messo la punteggiatura
ai capitoli della mia storia.

 

DOVE CADE L’OMBRA

C’è un’altalena.
Tutta per me.
Spezza l’ombra
del tuo arrivo silenzioso.
Il ricordo appare ormai fievole.
Sento le mie lacrime asciutte
sull’ombra svanita.
I giorni delle rondini sono lontani.
La vita è per di qua
tra chi come me non vuole ricordare.
Io equilibrista sul filo d’argento
di ciò che avrei voluto
di ciò che vorrei.
Cullata.
Non so più chi sei
ma non è urgente.
Io amo prima di saperlo.

 

SUI CAMPI FREDDI DI PRIMAVERA

La natura veste i colori dello spirito.
Disinvolta tra gli intrecci di colori
vorrei appoggiarmi
per nutrirmi di risposte.
Per incanto
l’assopita coscienza
al di là dello sguardo scompare.
Nell’improvviso irrompere delle foglie
traspiro il mio non avere nessuno
quindi non importa dove sono
o come mi sono persa.
Potrei essere felice in questa totale libertà.
Ma l’ombra che mi passa accanto
mi tiene continuamente d’occhio.
Corro tra i fili d’erba
che ondeggiano come bandiere.
I miei occhi sono di gelo
come l’inverno appena passato.
Parlo con la terra
che mi tiene prigioniera.
E di colpo
il bisbigliare delle foglie
mi sussurra parole
musicate da ritornelli di vita.

 

UN MARE DI SILENZIO

 

Parole e silenzio mi sono arrivate insieme.
Ma è nel silenzio la mia dimensione.
Io sono il silenzio dietro le parole.
Lo esploro e ne percepisco
la musica assordante.
Ne uccido il sé presente e rinasco.
Non esiste più la morte.
Il sapore della vita è molto più intenso.
All’ombra della luce mi vengono i brividi
ascolto il vento sulla pelle e ne sento l’odore.
Mi catturo l’anima, ombelico di verità.
Il silenzio diviene per me la vera musica
dove le parole come note ne fanno da cornice.
Non scrivo ciò che so
ma ciò che il silenzio detta al mio cuore.
Un silenzio che mi parla il linguaggio
più difficile da imparare.
Un silenzio che è una forza dominante
che mi fa sperimentare la sua gioia
che mi rende nota la sua solitudine
e me ne fa assaporare la quiete.
E del tutto ne vinco la paura.
Nell’eco di questo silenzio
comprendo l’innocenza di ogni felicità.

Gori Monica nata il 23/04/1966, originaria di San Mauro Pascoli (dove ha vissuto gran parte della sua vita), risiede ora a Cesena. Parente da parte di nonna paterna con il poeta Giovanni Pascoli ha trascorso l’infanzia presso la sua casa dove da piccolissima la facevano dormire nella culla dell’Illustre Poeta. Monica Gori si descrive così: “Dopo essere rimasta sola in giovanissima età, si è sviluppata in lei una personalità bipolare- borderline e tra la routine di una vita pseudo normale tra studio, lavoro e ricoveri ha trovato nella scrittura un modo di evadere da un’ inquietudine esistenziale, il suo modo di reagire.
La rubrica di poesia Parole a capo curata da Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Periscopio.
Per leggere i numeri precedenti clicca sul nome della rubrica.

 

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Pierluigi Guerrini

Pier Luigi Guerrini è nato in una terra di confine e nel suo DNA ha molte affinità romagnole. Sperimenta percorsi poetici dalla metà degli anni ’70. Ha lavorato nelle professioni d’aiuto. La politica e l’impegno sono amori non ancora sopiti. E’ presidente della Associazione Culturale Ultimo Rosso. Dal 2020 cura su Periscopio la rubrica di poesia “Parole a capo”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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