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da: Responsabile alla Comunicazione Maison des journalistes

Sabato 31 maggio, esclusivo incontro tra due giornalisti siriani rifugiati
alla Maison des journalistes di Parigi e gli studenti dell’ITI Copernico Carpeggiani di Ferrara

PARIGI-FERRARA. Iyad Abdallah era professore di filosofia, giornalista e attivista a Raqqa, Siria. Il 25 maggio del 2013 pubblica su un sito internet un articolo sulla minoranza religiosa degli Alawiti nel suo paese. La linea rossa è superata: arrestato e torturato dagli agenti dell’Intelligence al servizio di Bashar el-Assad, Iyad riesce a fuggire attraversando a piedi clandestinamente le montagne che dividono la Siria dal Libano. Arriva in Francia nel settembre del 2013 e chiede asilo politico. Cinque mesi dopo, timbrerà il visto per la Francia anche Soulafa Lababibi, presentatrice e conduttrice radio, laureata in giornalismo all’Università di Damasco. Militante per i diritti umani, intreccia il suo impegno di reporter a quello di volontaria in aiuto dei profughi siriani in Libano. Documenta gli abusi nei campi profughi: scatta l’arresto da parte dei servizi segreti siriani. Fugge. A oltre 4mila chilometri di distanza, Iyad e Soulafa continuano la loro battaglia, ogni giorno. Per una informazione libera.

Iyad e Soulafa sono oggi tra i giornalisti accolti alla Maison des journalistes di Parigi (MDJ), un luogo unico al mondo che dal 2002 è stato rifugio per oltre 270 giornalisti richiedenti asilo e rifugiati in Francia, provenienti da 55 Paesi del mondo. Una grande casa, a pochi passi dalla tour Eiffel, che offre accoglienza e sostegno a giornalisti, vignettisti e blogger costretti all’esilio. La loro colpa, essere giornalisti laddove la libertà di stampa non é ammessa.

Da Damasco a Parigi, per arrivare a Ferrara. Sabato 31 maggio, dalle ore 11, Iyad e Soulafa incontreranno via Skype gli studenti dell’ITI Copernico Carpeggiani di Ferrara. L’incontro è previsto a coronamento di un percorso di conoscenza del contesto siriano intrapreso da qualche settimana dagli insegnanti dell’istituto ferarrese, Annalisa Casalati e Sergio Golinelli, in collaborazione con la responsabile del progetto presso la Maison des journalistes, Lisa Viola Rossi.

Un incontro esclusivo, che rientra nell’ambito dell’operazione “Renvoyé spécial” (un gioco di parole tra inviato speciale e respinto), programma di sensibilizzazione alla libertà di espressione e all’importanza del pluralismo dell’informazione che, dal 2006, porta le testimonianze dei giornalisti della MDJ nelle scuole francesi.

«La Maison des journalistes é lieta di annunciare questo primo incontro con i ragazzi dell’ITI Copernico Carpeggiani di Ferrara», ha commentato Darline Cothière, direttrice della MDJ. «Attraverso la testimonianza dei giornalisti in esilio – ha aggiunto Cothière – intendiamo dare concretezza alla nostra azione di sensibilizzazione al rispetto della libertà di espressione e d’informazione anche presso i giovani studenti italiani.»

Un incontro pilota, primo nel suo genere in Italia, che si svolgerà avvalendosi del software di video chat Skype. Una conferenza interattiva, in cui gli studenti ferraresi potranno interagire in diretta live con i due giornalisti siriani.

«In un mondo globalizzato – ha commentato il dirigente dell’ITI Copernico-Carpeggiani, Roberto Giovannetti -, le vicende più tragiche che si svolgono anche lontano da noi ci coinvolgono. Basti pensare ai drammatici sbarchi di profughi in Italia, provenienti da zone di conflitto, come per esempio la Siria. Tra questi profughi vi sono anche professionisti dell’informazione costretti a riparare all’estero: l’opportunità di conoscere direttamente due di questi reporter rifugiati alla Maison des journalistes di Parigi è dunque per gli allievi del nostro istituto un’occasione unica per meglio approfondire, attraverso le nuove tecnologie, i valori della pace, della democrazia e della libertà di informazione.»

L’OPERAZIONE RENVOYÉ SPÉCIAL. Promossa dal 2006 dalla Maison des journalistes di Parigi, in collaborazione con il Centro di coordinamento dell’insegnamento e dei mezzi di informazione del Ministero dell’Educazione francese (CLEMI), e Presstalis, società commerciale che si occupa della distribuzione di tutti i quotidiani nazionali e di oltre l’80% delle riviste sul territorio francese, l’operazione Renvoyé spécial si articola in circa trenta incontri all’anno organizzati in licei e scuole superiori di tutta la Francia. Gli allievi e gli insegnanti si preparano ad accogliere il giornalista con un lavoro di approfondimento e studio del contesto storico-geografico, nonché di analisi della situazione libertà di stampa del paese di provenienza del reporter. La stampa locale assiste all’incontro in modo da assicurare una copertura mediatica dell’evento.

LA MAISON DES JOURNALISTES, UN RIFUGIO PER GIORNALISTI ESILIATI. «Cambiare vita, ricominciare da zero, è difficile. Ma non ero il solo a essere in pericolo, tutta la mia famiglia era minacciata». La Maison des journalistes (MDJ) è un’associazione senza scopo di lucro, nata per accogliere giornalisti esiliati costretti a fuggire dal loro paese per aver perseguito la libertà di espressione. Nata nel 2002 per intuizione di due giornalisti francesi, Danièle Ohayon e Philippe Spinau, dal dicembre 2003 la Maison des journalistes è situata in una vecchia fabbrica di spazzole del 15° arrondissement di Parigi. Dalla sua apertura, la Maison ha accolto 273 giornalisti, provenienti da 55 paesi del mondo.
Il comune di Parigi è il primo sostenitore finanziario della MDJ, insieme all’Unione europea e ai numerosi media partners francesi e internazionali che, in questo modo, manifestano una solidarietà concreta verso i loro colleghi perseguitati.
Il primo compito della MDJ è quello di “riconoscere” questi giornalisti, sostenendo la loro “ricostruzione identitaria” nel contesto francese e europeo. La MDJ si offre dunque loro come primo riparo, un luogo dove possono trovare un tetto, essere ascoltati e incontrare colleghi che, come loro, hanno dovuto fuggire dall’oggi al domani e che vivono un periodo particolarmente difficile. Vittime di ferite fisiche e psicologiche, preoccupati della sorte delle famiglie lasciate d’improvviso, arrivano in una metropoli sconosciuta, molto spesso senza conoscerne la lingua.
La MDJ offre a questi giornalisti combattenti un alloggio sicuro della durata di 6 mesi, il tempo per ottenere generalmente lo status di rifugiato politico, aiuti concreti, come buoni pasto e abbonamento ai trasporti pubblici, e un sostegno psicologico, per chi ne senta la necessità. Un assistente sociale accompagna i giornalisti attraverso il difficile percorso amministrativo di regolarizzazione.
Disposta su tre piani, la MDJ mette a disposizione 14 camere singole, di cui 2 pensate appositamente per i giornalisti vittime di gravi traumi fisici. Grazie alla collaborazione di insegnanti volontari, vengono organizzati corsi di francese di ogni livello, per residenti o ex residenti, negli spazi comuni della struttura. La MDJ si propone soprattutto come uno spazio di dialogo e conoscenza tra reporter, provenienti da differenti paesi e realtà etniche, religiose, politiche, accomunati dalla stessa passione per la verità e dalla stessa necessità di ricostruirsi.

L’OEIL DE L’EXILÉ. Attraverso il suo giornale online, “L’oeil de l’exilé”, “L’occhio dell’esiliato” (www.loeildelexile.org), viene offerta ai giornalisti l’opportunità di riprendere in mano la penna, la telecamera, il microfono, di continuare a esercitare il loro mestiere lontano dalle persecuzioni. Il portale, che ospita nello “spazio blogosfera” i blog personali dei giornalisti, è pensato come una vetrina rivolta al mondo dei media francesi e europei, un’occasione di promozione professionale. Un’équipe di traduttori volontari permette anche ai giornalisti non francofoni di scrivere e far conoscere le proprie storie, opinioni e professionalità.

L’OPERAZIONE RENVOYÉ SPÉCIAL. In associazione con il Centro di coordinamento dell’insegnamento e dei mezzi di informazione (Clemi) del Ministero dell’istruzione francese, la MDJ promuove dal 2006 il programma “Renvoyé spécial” (un gioco di parole tra inviato speciale e respinto), attraverso il quale i ragazzi delle scuole medie superiori di tutta la Francia hanno l’occasione di incontrare un giornalista esiliato. Un’opportunità per gli studenti per cercare di comprendere l’importanza della libertà di stampa e il suo prezzo, grazie alla testimonianza diretta di giornalisti provenienti da paesi dove il diritto all’informazione è minacciato.

PREMI E RICONOSCIMENTI. La Maison des journalistes è, a tutt’oggi, l’unica struttura al mondo ad accogliere giornalisti in esilio. Numerosi giornalisti, francesi e stranieri, visitano regolarmente questo luogo. Per la sua attività e il suo impegno, la Maison des journalistes e i suoi giornalisti hanno ricevuto negli anni diversi riconoscimenti, anche in Italia: uno per tutti, il Premio Ilaria Alpi nel 2010 e nel 2013.

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Riceviamo e pubblichiamo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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