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Osteopatia e colpo di frusta

Tempo di lettura: 2 minuti

Sono molte le persone che si rivolgono alle esperte mani dell’osteopata per risolvere i problemi e le conseguenze causate da un colpo di frusta. Il colpo di frusta cervicale è infatti uno degli eventi traumatici statisticamente più frequenti negli incidenti automobilistici ed assume pertanto, all’interno di quella vera e propria malattia sociale che è la patologia traumatica dovuta ai sinistri stradali, una notevole rilevanza epidemiologica.

tratto-cervicale
Tratto cervicale

Generalmente si chiamano “colpi di frusta” tutti quei traumi che comportano un’iperflessione ed iperestensione, in maniera violenta, del tratto cervicale, sono un meccanismo accelerativo-decelerativo di trasferimento d’energia sul collo che può conseguire a collisioni anteriori o laterali di veicoli a motore, ma non solo. Il trauma può dar luogo a lesioni dello scheletro o dei tessuti che, a loro volta, possono dare inizio a varie fastidiose manifestazioni cliniche, di differente gravità, che perdurano negli anni se non trattate dall’osteopata.
Le conseguenze di un colpo di frusta interessano soprattutto la muscolatura, i legamenti, i dischi intervertebrali, il sistema vascolare, il sistema nervoso simpatico, le vertebre ed il midollo spinale. Nei casi meno gravi si potranno avere danni legamentosi da stiramento e contusione delle strutture articolari, causati dallo scivolamento delle vertebre, con edema locale e contrattura da riflesso protettivo. Nei casi più gravi si possono verificare rotture dei legamenti, ernie discali cervicali, fratture vertebrali.

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Nuccio Russo

È osteopata ed esperto in tecniche ergonomiche e posturali, studioso e ricercatore in anatomia craniale per lo studio delle cefalee. E’ nato e risiede in Sicilia, opera come consulente in diverse città fra le quali Ferrara, ed è conferenziere internazionale in Biofisica informazionale. Ama lo sport e la cucina macrobiotica.

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PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)