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Da: Lega Nord

I Gruppi Consiliari Lega Salvini Premier – Ferrara Cambia – Forza Italia – Fratelli d’Italia

I sottoscritti Consiglieri Comunali dei sopra intestati Gruppi;
Vista la legge 29 dicembre 1993, n. 580 recante “Riordinamento delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura”; 
Premesso che le Camere di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato:  
– sono “enti pubblici dotati di autonomia funzionale che svolgono, nell’ambito della circoscrizione territoriale di competenza, sulla base del principio di sussidiarietà di cui all’articolo 118 della Costituzione, funzioni di interesse generale per il sistema della imprese, curandone lo sviluppo nell’ambito delle economie locali”; 
– svolgono, tra le altre, funzioni di: tenuta del registro delle imprese e del Repertorio economico amministrativo; formazione e gestione del fascicolo informatico di impresa; funzioni di punto unico di accesso telematico relativo all’esercizio delle attività dell’impresa; tutela del consumatore, vigilanza e controllo sulla sicurezza e conformità dei prodotti e sugli strumenti soggetti alla disciplina della metrologia legale, rilevazione dei prezzi e delle tariffe; sostegno alla competitività delle imprese e dei territori tramite attività di informazione economica e assistenza tecnica alla creazione di imprese e start up, informazione, formazione, supporto organizzativa e assistenza alle piccole e medie imprese nell’ottica dei mercati internazionali; 
Visti:
– l’articolo 10 “Riordino delle funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura” della legge 7 agosto 2015, n.124 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”; 

– l’articolo 3 “Riduzione del numero delle Camere di commercio mediante accorpamento, razionalizzazione delle sedi e del personale” del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 219 concernente “Attuazione della delega di cui all’articolo 10 della legge 7 agosto 2015, n. 124, per il riordino delle funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura”; 
Richiamati:
– il decreto del Ministero dello sviluppo economico dell’8 agosto 2017 (Rideterminazione delle circoscrizioni territoriali, istituzione di nuove Camere di commercio, e determinazioni in materia di razionalizzazione delle sedi e del personale) ed in particolare l’articolo 1 (Ridefinizione delle circoscrizioni territoriali delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura mediante accorpamento); 
– il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 16 febbraio 2018, adottato sulla base della proposta di Unioncamere (Unione Italiana delle camere di commercio industria e artigianato); 
Preso atto che quest’ultimo decreto ministeriale all’articolo 1 contempla quanto di seguito: 
a) le circoscrizioni territoriali delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura sono definite nel numero di 60;
b) vengono confermate le circoscrizioni territoriali delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura di cui all’allegato A del decreto;.
c) vengono istituite le nuove Camere di commercio indicate all’allegato B del decreto.
Evidenziato che il succitato decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 16 febbraio 2018 recante “Circoscrizioni territoriali delle Camere di commercio” prevede l’istituzione della Camera di Ferrara e Ravenna, con sede legale in Ravenna, Viale L.C. Farini 14, ed ha confermato il Commissario ad acta con il compito di avviare le procedure di costituzione del Consiglio della nuova Camera;
Preso atto della determinazione n. 1 dell’1 marzo 2018 del Commissario ad acta della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna – che ha determinato il numero dei Consiglieri spettanti a ciascun settore attraverso l’adozione dell’articolo unico dello Statuto della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna ai sensi dell’art. 10 della Legge 580/1993 e s.m.i. e dei decreti attuativi in vigore;
Ricordato che la Camera di Commercio di Pavia ha presentato ricorso (numero di registro generale 3969 del 2018) al TAR del Lazio per l’annullamento del sopra richiamato d.m. 16 febbraio 2018 del Ministero dello sviluppo economico, degli atti preparatori ivi compresa la proposta formulata da Unioncamere, oltreché degli atti conseguenti;

Considerato che in data 15 marzo 2019 il TAR del Lazio, sez. III ter, giudicava “rilevante e non manifestamente infondata” la questione sollevata dall’ente camerale di legittimità costituzionale dell’articolo 10 della legge delega 124 del 7 agosto 2015 e dell’articolo 3 del decreto legislativo 219 del 25 novembre 2016 per “violazione del principio di leale collaborazione nella funzione legislativa di cui agli artt. 5, 117 e 120 della Costituzione, poiché prevedono che l’esercizio delegato della potestà legislativa sia condotto all’esito di un procedimento nel quale l’interlocuzione fra Stato e Regioni si realizzi (e si è realizzata) nella forma inadeguata del parere e non già attraverso l’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni”;
Visto che il pronunciamento del Tar fa seguito ad una serie di ordinanze della giustizia amministrativa, di sospensione del procedimento di riordino delle circoscrizioni camerali;
Richiamata la delibera della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna n. 2293/18, in cui si decide che, pur non essendo stati impugnati gli atti relativi alle procedure relative alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Ferrara e Ravenna, sia necessario sospendere detta procedura in attesa che il quadro giuridico di riferimento, anche a seguito della definizione dei giudizi di merito innanzi al TAR Lazio, consenta di procedere al completamento dell’iter amministrativo, come ancora ribadito da successiva analoga deliberazione Giunta RER n. 759/2019;
Considerato che le Camere di Commercio, come ricordato, sulla base del principio di sussidiarietà di cui all’articolo 118 della Costituzione, svolgono “funzioni di interesse generale per il sistema della imprese, curandone lo sviluppo nell’ambito delle economie locali”, e che nel caso specifico della CCIAA di Ferrara, l’Ente si è sempre distinto per il carattere virtuoso della propria gestione;
Richiamato l’ordine del giorno del Gruppo Consiliare di Forza Italia, PG n. 51903/14, approvato a larga maggioranza con emendamento del Gruppo PD, in occasione della seduta consiliare del 07/07/2014 (verb. n. 4) “OdG a salvaguardia della Camera di Commercio”;
Valutato quindi il primario interesse anche da parte dell’amministrazione comunale di Ferrara, a mantenere separate le CCIAA di Ferrara e Ravenna;
 
Il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta
ad attivarsi in tempi rapidi, nei confronti del Governo nazionale, al fine di rendere volontari i processi rideterminazione delle circoscrizioni territoriali e di istituzione di nuove Camere di Commercio, nell’ottica di giungere ad eventuali accorpamenti in ambiti territoriali omogenei dal punto di vista socio-economico, garantendo la autonomia e la specificità degli Enti Camerali virtuosi come quello di Ferrara, indispensabile per il supporto del tessuto imprenditoriale della Provincia.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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