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da: ufficio stampa Sedicieventi

A Ferrara, dal 20 al 22 maggio 2016

Ci aspetta un 2016 da condividere pienamente! È questa la promessa dello Sharing Festival, il Festival Italiano dell’economia collaborativa, la cui prima edizione si svolgerà a Ferrara dal 20 al 22 maggio prossimi.
«Siamo orgogliosi di ospitare questa inedita iniziativa che non solo conferma Ferrara una città dal vivace tessuto culturale ma proietta nel futuro la forte tradizione cooperativa che da sempre caratterizza l’intera terra emiliana», afferma il Sindaco Tiziano Tagliani.
«Ferrara da molti anni si caratterizza come “città d’arte e di cultura”. Per noi questo significa salvaguardare e promuovere la storia, il patrimonio artistico e culturale e le tradizioni della nostra città e – al tempo stesso – investire su eventi e manifestazioni incentrate sui temi dell’innovazione e degli scenari futuri nei diversi ambiti culturale, sociale ed economico. In una città con oltre 18.000 studenti universitari, il “Ferrara Sharing Festival” rappresenta un importante tassello per una programmazione culturale sempre più ricca, qualificata ed articolata», afferma il Vice Sindaco Massimo Maisto.
L’evento, promosso dal Comune di Ferrara e organizzato dall’Agenzia Sedicieventi, si propone di raccontare l’eterogeneo ed emergente mondo della Sharing Economy, basato su beni e servizi usati in condivisione. Un fenomeno inarrestabile che sta rapidamente crescendo anche in Italia: secondo una recente ricerca pubblicata da Collaboriamo.org e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, nel nostro Paese si contano 186 piattaforme collaborative, divise in 13 diversi settori. Fra questi spiccano il crowdfunding, i trasporti e il turismo.
«Lungi dall’essere una moda passeggera, la Sharing Economy è una profonda trasformazione che investe il rapporto fra economia e società. Anche per questo è stata inserita fra i nuovi stili di consumo nel rapporto annuale del Censis», ricorda Davide Pellegrini, Direttore Artistico del Festival e Presidente dell’AISE, Associazione Italiana Sharing Economy.
Condivido pienamente è il claim dell’evento la cui immagine ufficiale è una figura geometrica formata da una serie di rettangoli che danno vita ad una vivace intersezione di colori, a simboleggiare lo spirito collaborativo che è alla base della Sharing Economy, definita terza rivoluzione industriale dall’economista visionario Jeremy Rifkin.
«Lo Sharing Festival – sottolinea Eugenio Guarducci, Presidente di Sedicieventi – sarà occasione per parlare a trecentosessanta gradi di nuove economie, comunità attive e cambiamento. Anche per questo abbiamo scelto Ferrara come location, per la sua spiccata vocazione di città-evento aperta e accogliente».
Incontri, workshop e tavole rotonde animeranno il fitto calendario dell’iniziativa che chiamerà a raccolta un pubblico trasversale composto non solo da professionisti ed esperti di settore, ma anche da imprenditori, rappresentanti delle Istituzioni, esponenti del mondo collaborativo e associativo e semplici curiosi.
Ferrara Sharing Festival si propone come obiettivo, fin dalla sua prima edizione, un forte radicamento con il tessuto culturale, associativo ed imprenditoriale locale, attraverso una condivisione, nelle tre giornate dell’evento, di progetti ed iniziative con le realtà che operano sul territorio.
Il Festival racconterà anche concrete esperienze di sharing economy e darà spazio alla presentazione di idee e progetti innovativi. Non mancheranno momenti di intrattenimento.
Condivido pienamente! E tu?
www.sharingfestival.it
Facebook, Twitter e Instagram: @SharingFestival

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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