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da: Agenzia di Comunicazione e ufficio stampa Culturalia

Il Salone del Restauro di Ferrara annuncia una nuova e strategica data di svolgimento. L’edizione XXII si terrà infatti a primavera inoltrata, dal 6 al 9 maggio con il patrocinio di EXPO Milano 2015, evento che coinvolgerà il nostro Paese proprio durante il secondo semestre 2015.

Il patrocinio EXPO Milano 2015 rappresenta una forma importante di riconoscimento per RESTAURO, considerato tra le iniziative di alto profilo culturale che concorre alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale del territorio e delle sue declinazioni tra cui, di fondamentale e crescente importanza, il turismo culturale.

RESTAURO rivendica da sempre il ruolo di “mediatore” tra conservazione del passato e innovazione, presentando al pubblico la modernità nel restauro con il meglio dei materiali e delle tecnologie presenti sul mercato, e il consueto dialogo tra spazi espositivi e di riflessione, dibattito e formazione professionale, tra pubblico e privato.

Proprio quest’ultimo aspetto, la fruttuosa sinergia tra pubblico e privato è la molla che più di tutti può e deve portare ad una sensibilizzazione sempre più consapevole di una cittadinanza attiva per un risveglio della predisposizione al mecenatismo, come auspicato e disciplinato nel recente decreto Art Bonus a firma del Ministro Franceschini.

Nel 2013 al Ministero per i Beni e le Attività Culturali vengono affidate le competenze al Turismo, assumendo quindi l’attuale denominazione Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e alle politiche di spending review si deve l’attuale riorganizzazione interna che si compirà entro l’anno.

A RESTAURO 2015 vogliamo porre l’attenzione in particolare su due aspetti che la riforma intende agevolare: la piena integrazione tra cultura e turismo e la formazione di un vero e proprio “sistema museale italiano”.

“La riforma del Mibact – ha detto il ministro Franceschini – è un cambiamento profondo, in linea con le importanti riforme che gli italiani si aspettano da questo Governo. Una importante e necessaria riorganizzazione che supera la contrapposizione ideologica tra tutela e valorizzazione e permette di investire nel settore della cultura e del turismo come fattore trainante della ripresa economica del paese”.

I mesi che ci dividono dall’edizione 2015 vedranno Il Salone del Restauro impegnato in qualità di media partner di numerose e importanti iniziative.
Il primo di questi appuntamenti si terrà nella giornata di martedì 11 novembre a Carpi, presso Palazzo Pio Sala dei Mori; si tratta di una giornata di formazione (9.30 – 18.00) dal titolo “La riqualificazione dello spazio pubblico. La rigenerazione dei tessuti urbani del territorio”, patrocinata dagli Ordini degli Architetti di Ferrara, Bologna, Modena e Reggio Emilia, Ordini degli Ingegneri e dei Geometri della Provincia di Modena in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara sul tema del progetto di recupero dell’esistente, che sempre più deve tenere conto dei valori e dei caratteri dei tessuti urbani, valori che si innestano nella storia e nella memoria collettiva delle comunità.

Non si spegne quindi l’attenzione del Salone sulle tematiche strettamente legate al post sisma emiliano 2012, e prima ancora aquilano 2009, e da questi evidentemente e necessariamente portati ad un livello di studio e approfondimento più alto, che troveranno nuovamente spazio durante le giornate 2015 della manifestazione.

Sempre al restauro architettonico si rivolge il IX Ciclo di conferenze ICAR19 “Restauro architettonico e impianti tecnici” (Dipartimento di Architettura di Ferrara, Responsabile Scientifico: Riccardo Dalla Negra), incontri media partner Restauro, che si terranno nelle giornate del 18 novembre, 2 e 9 dicembre.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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