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Da: Accademia Arte e Luce – Ferrara

Venerdì 7 dicembre 2018 alle 21, nella sede del Teatro De Micheli di Copparo, andrà in scena il musical “Notte di Natale 1223” del regista Carlo Tedeschi, l’atteso evento ormai vicino al ‘tutto esaurito’, proposto dall’Accademia Arte e Luce di Ferrara con i suoi giovani artisti e allievi.

Il presepe vivente diventa un Musical: canti, danze e musiche si fondono coinvolgendo gli spettatori nella suggestiva atmosfera del primo presepe vivente ideato nel 1223 da San Francesco nel Paesino di Greccio. “Attraverso quest’opera si vuole sensibilizzare le persone al vero senso, al valore del Natale che in questi anni si è un po’ perduto – afferma Federica Goldoni, presidente di Arte e Luce – e la festa non rappresenta solo consumismo, ma è un sentimento che parte dalla nascita di Gesù ed è bello ricordare questo avvenimento poiché fa parte della nostra cultura”. L’idea del Presepe trasformato in Musical, racconta una storia realmente accaduta, adatta a grandi e piccini. In scena ci saranno più di 60 giovani che in questi anni si sono formati all’Accademia Arte e Luce grazie alla collaborazione del regista Carlo Tedeschi e dei suoi insegnanti professionisti.

L’Accademia Arte e Luce è attiva nel nostro territorio dal 2013, conta più di 85 iscritti e si avvale della professionalità di 3 docenti altamente qualificati: Giacomo Zatti (artista professionista e musicista), Michela Sclano (ballerina professionista e attrice) e Francesca Goldoni (insegnante di hip hop). Al proprio interno si studiano le varie discipline del canto, della danza e della recitazione e lo scopo principale è la “crescita personale del giovane sia a livello caratteriale sia artistico”. Un altro obiettivo importante è rappresentare i propri spettacoli per trasmettere un messaggio di bene, di pace e di amore non a fini di lucro ma attraverso l’accoglienza, per crescere insieme, arrivando alla piena consapevolezza delle singole capacità. Tante le rappresentazioni in questi anni, e tutte sempre apprezzate dal pubblico: l’auspicio degli organizzatori è “che ‘Notte di Natale 1223’ possa lanciare un segnale importante e un messaggio di speranza nel cuore di ognuno di noi”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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