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da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara

Il previsto abbassamento delle temperature nei prossimi giorni arriva dopo che a gennaio si è registrata sino ad ora una temperatura minima di 3,6 gradi in più della media. Il brusco abbassamento delle temperature può danneggiare le piante, ma è necessario per l’equilibrio biologico. Allarme anche per la carenza di precipitazione con laghi e fiumi ai minimi storici.
Il maltempo si abbatte bruscamente su una natura sconvolta da una finta primavera con le piante che hanno già le gemme rigonfie come in prefioritura e sono quindi particolarmente vulnerabili al freddo. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti per i raccolti agricoli con l’arrivo della neve e del gelo improvvisi dopo che a gennaio si è registrata in Italia una temperatura minima superiore di ben 3,6 gradi rispetto alla media del periodo secondo i dati Ucea relativi alla prima decade del mese.
L’anomalia del clima a gennaio – sottolinea la Coldiretti – è evidente anche nelle temperature massime che nella Penisola sono risultate superiori di 2 gradi la media mentre le precipitazioni sono praticamente dimezzate (-48%). Una situazione che – continua la Coldiretti – fa seguito peraltro ad un mese di dicembre con 2,7 gradi di temperatura massima in piu’ rispetto alla media ma anche una quasi assenza di pioggia (-87%).
“Anche nella nostra provincia – sottolinea il presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli – il risultato è che nei campi ci sono primule, viole e cresce l’erba mentre le mimose sono già fiorite da tempo in netto anticipo rispetto alla festa della donne; anche i cereali vernini, come il grano, hanno sino ad ora vegetato in modo intenso ed anomalo, con esiti sulla futura produttività che si potranno valutare solo nei prossimi mesi e più in generale nelle campagne – continua la Coldiretti – si temono problemi per i raccolti, comprese le colture frutticole, per il forte ed improvviso abbassamento della temperatura preventivato per i prossimi giorni. Temperature basse che per altri versi hanno effettivi positivi nel ridurre le infestazioni di insettinocivi, di funghi patogeni ed anche della popolazione di nutrie, che in assenza del gelo continua il proprio ciclo di vita e di riproduzione, con una proliferazione ormai incontenibile”.
Per non creare problemi – sottolinea la Coldiretti – la colonnina di mercurio dovrebbe scendere lentamente senza restare a lungo sotto lo zero mentre le precipitazioni nondevono essere violente per poter essere meglio assorbite dal terreno. L’Italia – precisa la Coldiretti – si trova infatti ad affrontare una insolita siccità fuori stagione con i livelli dei fiumi estremamente bassi mentre i grandi laghi, dal Maggiore a quello di Como sono prossimi ai minimi storici del periodo.
“Si tratta degli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando negli ultimi anni con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi con pesanti effetti sulla nostra agricoltura che negli ultimi dieci anni – conclude la Coldiretti – ha subito danni per 14 miliardi di euro tra alluvioni e siccità che è stata particolarmente violenta nel 2003, 2007 e 2012, e che anche nella nostra provincia ha significato una pesante riduzione delle produzioni, con parallelo incremento dei costi, comprimendo i redditi delle imprese agricole e mettendo a dura prova il territorio, a partire dagli interventi irrigui e dallo sgrondo delle acque nei canali di bonifica, sino agli smottamenti di argini e strade a seguito degli squilibri idrici ed idraulici in un contesto particolarmente delicato come quello ferrarese. Il che ci deve spronare a ripensare il nostro approccio al territorio ed ad suo più corretto e consapevole utilizzo, non solo per gli aspetti agricoli ma più in generale per l’equilibrio ambientale e produttivo complessivo”.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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