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Un tuffo nella natura, dove il piacere di queste visioni di foreste e paesaggi marini variopinti accompagna il visitatore in un percorso di indagine coinvolgente, che in realtà affronta il tema della distruzione che l’essere umano sta infliggendo al mondo circostante. È questo che illustra con grande piacevolezza per gli occhi la mostra “Post Eden” con le opere di DenisRiva/Luca Zarattini alla galleria Zanzara arte contemporanea, in via Podestà, nel centro storico di Ferrara.

“La grande cloaca” con gli autori (foto zanzara)

La prima sala esibisce alberi trionfanti e, avvicinandosi meglio all’opera, un albero con miriadi di volatili d’ogni specie e materia che si possono intercettare tra le pennellate stratificate e aeree di Denis Riva.

“Nato spontaneamente” di Denis Riva

La seconda sala espone le opere di Luca Zarattini composte di carte strappate e macchie di colore che, a un’osservazione più attenta e ravvicinata, rivelano un tuffatore nell’atto di fendere la superficie acquatica.

Composizione di opere e Tuffatore di Zarattini

Il tragitto prosegue per arrivare fino a creature marine di ceramica smaltata e microrganismi curiosi che chiazzano le carte come formazioni fungine, collage e composizioni di creature fantastiche. “Abbiamo voluto mettere in scena una riflessione artistica sulla natura e sull’invasione che subisce da parte dell’uomo”, spiegano le curatrici Giulia Giliberti e Sara Ricci.

Le spettacolari realizzazioni degli artisti Denis Riva e Luca Zarattini alternano due fasi di questa riflessione.

Luca Zarattini (foto GioM)
Denis Riva (foto GioM)

Negli spazi della galleria (civico 11 di via del Podestà) le opere si concentrano sulla situazione attuale, nella quale l’uomo si è allontanato dalla natura e contamina con la sua presenza e i suoi scarti quello che era il suo giardino.

“Diventare qualcos’altro” di Denis Riva, 2021-2023

“Un post Eden – spiega la curatrice Sara Ricci – che culmina nella saletta dove è esposta l’opera firmata a quattro mani, la gigantesca Cloaca che ci seppellirà (l’opera scelta anche come immagine-manifesto della mostra, ndr), dove esplodono tutti i detriti che vanno depositarsi fin fuori dal quadro, su tutto il pavimento”. E che il visitatore è invitato a percorrere e calpestare.

“La grande cloaca” di DeRiva e Zarattini

Nello spazio della Scuderia (civico di fronte, al numero 14 di via Podestà) è esposta la seconda fase di questo processo, ovvero quello che viene prospettato come il seguito dell’Apocalisse: un nuovo mondo concepito dalla fantasia degli artisti con la presenza di esseri sconosciuti e rinnovate creature.

Post Eden
Particolari
Nuove creature
di Denis Riva

In questo antro della parte antica di Ferrara, nato per ospitare carrozze, campeggia un monumentale paravento, la “Riserva artificiale”, composto da 18 vecchie finestre recuperate e trasformate in grandi cornici.

“Riserva artificiale” per Denis Riva (foto GioM)

Da un lato, sotto i vetri sono esposti i 18 lavori su carta di Denis Riva, alias Deriva. Le carte illustrano giganteschi animali a più teste e microrganismi volatili e ariosi, delineati da macchie di china colorata e di un composto che lui chiama ‘lievito madre’, realizzato con l’acqua di scarto della pittura, fermentata, seccata e rivivificata. Dall’altro lato ci sono i 18 collage colorati di Luca Zarattini, che alternano pittura e altri materiali cartacei, che Giulia Giliberti definisce “una ricerca di ordine nel caos”.

L’esposizione nelle scuderie

Passando nell’ultimo spazio, la sala-grotta sempre all’interno delle Scuderie, esplode l’universo delle creature rigenerate in un mondo nuovo, che riparte dai fondali oceanici. Molto belle le ceramiche realizzate da Zarattini, che plasmano sedimentazioni marine dalle forme e colorazioni diverse: ci sono quelle violacee come rocce incrostate di cozze, appuntiti ricci purpurei, colonne di varie tonalità che evocano formazioni calcaree di stalagmiti. Ai suoi lati campeggiano i due grandi lavori su carta di DeRiva, che recupera i suoi molteplici animali ritagliati e scartati nella realizzazione di altre opere, abbinandoli uno accanto all’altro come su una teca di un raccoglitore di farfalle o alla maniera di un puzzle che evoca gli incastri di animali del designer Enzo Mari.

Collage di Denis Riva
Zarattini e DeRiva
Ceramiche di Zarattini

“La maggior parte delle opere sono state create apposta per questa esposizione” spiegano le galleriste. E raccontano che tutto il progetto curatoriale ruota attorno a un’opera letteraria, “Il Giardino di Babilonia” di Bernard Charbonneau. È un testo del 1969, che descrive la devastazione delle campagne, la fine del paesaggio, la costruzione di un concetto umanizzato di natura e la sua artificializzazione.

DeRiva visto dalla sala-grotta (NQ)

Un tema forte e catastrofico, che la creatività dei due artisti riesce a far avvicinare in maniera appassionante e anche giocosa. Da una parte con l’immaginario impregnato delle carte di recupero e dei paesaggi marini del lagunare Luca Zarattini, classe 1984, originario di Codigoro; e dall’altro con quello del centese Denis Riva, classe 1979, dove prevale il legame con la terra e la particolare sensibilità per il riutilizzo e la trasformazione di pagine antiche, residui tessili e materiali abbandonati.

“Post Eden” alla galleria Zanzara arte contemporanea, via Podestà 11 e 14, Ferrara. Visitabile fino al 24 giugno 2023, nei giorni di giovedì ore 15-18, venerdì ore 11-13 e 15-18, sabato ore 15-18. Per prendere appuntamento, scrivere una mail a info@zanzaraartecontemporanea.it

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
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(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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