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da: Azione Futurista Ferrara

Il Futurismo ha segnato un’epoca, la prima metà del XX secolo è ne è stata segnata nel bene e nel male in quasi ogni aspetto culturale e sociale, non certo solo artistico. Come sempre, l’arte è la prima vera scintilla, il vero fuoco arriva sugli altri fronti. Il Metateismo per un Nuovo Rinascimento rappresenta invece il XXI secolo, la consapevolezza attuale che per costruire il futuro non bisogna distruggere il passato nè l’avversario ma anzi riconquistare il passato e saper condividere con i tuoi contemporanei una visione “Evoluzionaria” anzichè “Rivoluzionaria”. Il Nuovo Rinascimento che il Metateismo sta portando avanti è proprio questo: niente è più sacro della vita umana, ripartiamo da qui. E anche Ferrara già capitale del Rinascimento e delle avanguardie, dalla video art ai nuovi futuristi, sarà presente proprio con il ferrarese Roby Guerra Guerra. Il futurista ferrarese, con il sottoscritto, Massimiliano Porro, gli stessi L. Siniscalco, C. Rocchio, M. Marinacci, nella tavola rotonda sulle avanguardie parlerà tra l’altro anche dell’ eBook collettaneo Futurismo Renaissance. Marinetti e le avanguardie virtuose (Deleyva editore, a cura di Pierfranco Bruni-del Mibact e dello stesso Guerra). Inoltre presenterà con “David Bowie-Reinassance) in anteprima la sua ultima raccolta poetico-letteraria “Romantronica” (Net Targ , prefazione di M. Blindflowers), tributo al grande artista pop, scomparso nel gennaio scorso.

A4 Programma Festival del Nuovo RinascimentoCosi Davide Foschi, artista e curatore del Festival del Nuovo Rinascimento (in programma dal 20 maggio al 1 giugno 2016, a Milano, presso lo Spazio Ex Fornace in Alzaia Naviglio Pavese 16, sede dell’evento) presenta l’iniziativa di Giovedì 26 maggio dedicata al futurismo, il metateismo da Foschi fondato pochi anni fa e le avanguardie in generale. Il programma completo è consultabile online sul sito www.centroleonardodavinci.com
La conferenza stampa del Festival sarà , giovedì 19 maggio ore 11,45. Presenti in conferenza stampa Rita Barbieri, Presidente della Commissione Cultura del Consiglio di Zona 6 di Milano, Rosella Maspero, Presidente dell’Associazione Verso un Nuovo Rinascimento, Davide Foschi, Presidente del Centro Leonardo da Vinci e ideatore del Festival del Nuovo Rinascimento e altre istituzioni e personalità del mondo culturale milanese.
Tra i numerosi ospiti durante l’evento, testimonial d’eccezione della giornata di inaugurazione saranno: il grande regista internazionale Pupi Avati, il Presidente del RomaFilmFestival Adriano Pintaldi, il manager culturale Marco Eugenio di Giandomenico e, direttamente dallo Zelig, il comico Claudio Batta, che riceveranno personalmente dall’artista Davide Foschi il Premio Icona del Nuovo Rinascimento 2016, riconoscimento già attribuito ad istituzioni, enti pubblici e privati che si sono distinti nel promuovere i princìpi del Manifesto del Nuovo Rinascimento scritto da Davide Foschi (che sarà letto da Maurizio Dosi in una delle 13 giornate. Presente all’inaugurazione anche l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo del Corno.
Organizzato dal Centro Leonardo da Vinci, con il patrocinio di Zona6 Comune di Milano, il FESTIVAL DEL NUOVO RINASCIMENTO, evento ufficiale nel palinsesto ExpoinCittà 2016 sarà un’agorà aperta alla cittadinanza, con ingresso gratuito, in cui sarà possibile riscoprire, tra opere d’arte, performance, musica, letteratura, dibattiti e tavole rotonde con grandi ospiti, il senso profondo della condivisione, della partecipazione e della riscoperta del senso della Meraviglia, rimettendo l’essere umano al centro della nostra società. – Sul tema strettamente artistico, con mostre a cura del Centro Leonardo da Vinci, del Movimento del Metateismo e del Centro Studi Milano ‘900.
info
http://www.centroleonardodavinci.com/il-festival-del-nuovo-rinascimento-pupi-avati-allinaugurazione-del-20-maggio/

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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