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Comunicato Stampa di FLAI CGIL, FAI CISL e UILA UIL Emilia-Romagna.

Agricoltura. Migliaia in regione i lavoratori agricoli senza sostegni e senza diritti, gli “eroi del Covid” dimenticati dagli ultimi provvedimenti governativi. Anche in Emilia-Romagna il 10 aprile mobilitazione di tutta la categoria.

Anche nel Decreto Sostegni, per l’ennesima volta, gli stagionali dell’agricoltura sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro. Le lavoratrici e i lavoratori agricoli, quelli che lavorano negli agriturismi e nel settore del florovivaismo, sono stati nuovamente discriminati.

I lavoratori di questi settori nel 2020 hanno perso milioni di giornate di lavoro in Italia, mentre in Emilia-Romagna stimiamo la perdita di oltre 550.000 giornate lavorative a causa della crisi del canale Horeka, ma anche a causa delle intemperie climatiche e cimici asiatiche che hanno colpito duramente i territori a maggior vocazione ortofrutticola come il territorio ravennate (-26% delle giornate lavorate rispetto al 2019).

Le Segreterie Nazionali di FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL hanno deciso di attuare una serie di iniziative di mobilitazione della categoria, hanno chiesto l’incontro con i ministri del Lavoro e dell’Agricoltura e con le Commissioni Lavoro, Bilancio e Agricoltura di Camera e Senato. Mercoledì 31 marzo si è svolto un presidio di lavoratori davanti al Senato per spiegare le richieste di modifica e di integrazione al Decreto Sostegni; mentre sabato 10 aprile si svolgeranno manifestazioni davanti alle Prefetture di tutta Italia per rivendicare:

  • la garanzia per l’anno 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019;
  • l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi;
  • tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali Xylella e cimice asiatica che provocano una perdita di reddito per i lavoratori, ma anche la perdita di diritti previdenziali e assistenziali, compreso il possibile mancato riconoscimento della disoccupazione agricola; le lavoratrici donne, ancora una volta, sono le più penalizzate;
  • riconoscimento di una Cassa Integrazione stabile anche per i pescatori vista la forte riduzione dell’attività di pesca;
  • il bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza.

Oltre a questi punti, per noi essenziali, nelle mobilitazioni presenteremo anche: la richiesta di riconoscere la “clausola sulla condizionalità sociale” nella Politica agricola comune (PAC) e nei Piani di Sviluppo Rurale (PSR), per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali e rimarcheremo la nostra contrarietà al tentativo di semplificare, ancora di più, l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori. Infine, con la mobilitazione, vogliamo ribadire l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, scaduti il 31 dicembre 2019 e che non vedono ancora nessun rinnovo nel nostro territorio regionale (a livello nazionale sono solo nove su 96 quelli rinnovati).

 

 

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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