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da organizzatori

Mercoledì 26 aprile Crossroads, il festival itinerante organizzato da Jazz Network e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, torna alla Casa della Musica di Parma, eletta quest’anno a sede privilegiata per l’esibizione di grandi trombettisti. Protagonista di questo secondo appuntamento (con inizio alle ore 21) sarà infatti Tom Harrell, solista nel cui stile la forza espressiva del bop e un toccante senso lirico si intrecciano con rara intensità. La sua ritmica è una squadra ormai affiatata da una lunga esperienza in comune: Danny Grissett al pianoforte, Ugonna Okegwo al contrabbasso e Adam Cruz alla batteria. Il concerto è realizzato con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma – Casa della Musica e in collaborazione con Ars Canto G. Verdi di Parma. Biglietti: intero euro 15, ridotto 12.
Anche per questo secondo appuntamento di Crossroads alla Casa della Musica l’esperienza d’ascolto troverà un sostengo nelle degustazioni a cura di Chef to Chef (a partire dalle ore 18, usufruibili anche indipendentemente dal concerto), con un buffet affidato allo chef Fabrizio Mantovani (costo 10 euro) e una selezione di vini curata dal vigneron Gianmaria Cunial (2,50 euro a calice).
Tom Harrell, ovvero quando la musica vince sulle ombre di una annichilente malattia. Nato nel 1946 a Urbana (Illinois), Harrell ha trovato nella tromba la migliore cura per alleviare i sintomi di una grave forma di schizofrenia. Il contatto con lo strumento lo libera infatti dai suoi fantasmi e ciò risuona chiaramente nelle sue note cristalline, le linee melodiche e il fraseggio che esprimono un commovente senso di liberazione e serenità, anche nei frangenti ritmicamente più esplosivi. La forza interiore di Harrell, il contenuto espressivo delle sue improvvisazioni e una tecnica tra le più raffinate lo hanno imposto come una delle trombe più rappresentative e ammirate del jazz degli ultimi quattro decenni. Al di là dei molti premi che ne sanciscono il talento, come le ripetute affermazioni nei referendum di DownBeat e Jazz Times, Harrell è una vera icona vivente della tromba jazz per la forza con la quale ha sopraffatto i problemi personali, conquistando l’ammirazione dei colleghi e del pubblico.
Dopo i primi passi sulla scena musicale californiana, con Stan Kenton (1969), Woody Herman (1970-71) e Horace Silver (1973-77), Harrell si trasferì a New York. Sulla costa orientale i suoi primi sodalizi musicali furono con Bill Evans (1979), Lee Konitz (1979-81) e George Russell (1982). Harrell raggiunse poi l’apice del suo stile durante il lungo e celeberrimo connubio con Phil Woods, del cui quintetto fece parte dal 1983 al 1989. Da allora lo si è visto prevalentemente a capo di propri gruppi, tra i quali l’attuale quartetto spicca come una superba macchina da swing, capace di catapultare nella nostra contemporaneità l’esperienza sia delle trombe più vigorose dell’epoca hard bop (Clifford Brown) che la toccante cantabilità senza tempo di Chet Baker.
Dopo il sodalizio discografico con la RCA/BMG (1996-2003), caratterizzato soprattutto da lavori per larghi organici, Harrell registra ora prevalentemente per l’etichetta HighNote, con la quale ha rilanciato l’avventura delle sue small bands. Tra queste, il quartetto che suonerà a Parma è contemporaneamente una novità assoluta (si attende l’uscita della prima incisione, prevista nel 2017) ma anche una ben rodata combinazione di musicisti dalla lunga esperienza in comune.

Informazioni
Jazz Network, tel. 0544 405666, fax 0544 405656,
e-mail: ejn@ejn.it, website: www.crossroads-it.orgwww.erjn.it

Indirizzi e Prevendite
Informazioni e prenotazioni: Jazz Network, tel. 0544 405666 (lun-ven ore 9-13), ejn@ejn.it.
Biglietteria serale dalle ore 19: tel. 0521 031170, Casa della Musica, Piazzale San Francesco 1.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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