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Da ufficio stampa CONFAGRICOLTURA

Comune di Tresigallo e Confagricoltura Ferrara al taglio del nastro del nuovo mercato agricolo “Sapori di casa nostra”. All’insegna delle tipicità, l’appuntamento proseguirà con cadenza settimanale dal 2 maggio al 26 settembre, dalle ore 8 alle ore 13 e proprio il due maggio, in Piazza Puccini a Final di Rero, frazione del comune di Tresigallo, alle ore 10,30 si terrà l’inaugurazione ufficiale. Confagricoltura Ferrara ha convenuto con l’Amministrazione di Tresigallo l’avvio di un mercato contadino riservato alla vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli, al fine di esaltare i prodotti a denominazione e caratteristiche speciali, come i biologici, le DOP, DOC, DOCG, IGP e favorire un’opportunità di incontro fra produttori e consumatori accorciando la filiera d’acquisto. Diverse le aziende agricole del territorio che hanno aderito al mercato di Final di Rero e che proporranno un’offerta di prodotti diversificata, dalla frutta, fresca e secca, agli ortaggi, dalla farina alla pasta, dal vino al miele, dalla passata di pomodoro alle confetture, alle piante aromatiche ecc. Queste le aziende: Az. Agr. Benazzi Gino, Az. Agr. Fantin Lorena, Az. Agr. F.lli Tognetti, Az.Agr. Stella Rosetta, Az. Agr. Donati Giorgio, Az.Agr. Gennari Roberto, Soc. Agr. Corte Fiesole di Perelli Edoardo, Az.Agr. Pigaiani e Cavriani, Az. Agr. Giori Antonio. Complice la primavera finalmente sbocciata, il mercato di Final di Rero rappresenterà una vetrina per valorizzare i prodotti tipici del territorio, le loro peculiarità gastronomiche, nutrizionali, organolettiche, salutistiche e per promuovere iniziative rivolte ai consumatori. Questo, come gli altri mercati tipici, nascono per valorizzare i prodotti dell’agricoltura ferraresi, molti dei quali definiti “perle” per l’importanza che ricoprono nell’economia e nella tradizione locale, risultato tangibile dell’attività di valorizzazione e tutela delle tipicità agroalimentari locali. I mercati da sempre svolgono nel tessuto locale un ruolo determinante, il clima che vi si respira riporta al piacere del rapporto diretto fra le persone, è un luogo dove poter scambiare due parole, una battuta, scoprire prodotti, sapori, o semplicemente farsi un’idea per la cena. Rappresenta un momento di relax, senza vincoli o etichette di sorta, luogo di incontro e, perché no, di conoscenza. La vita del mercato è tipicamente scandita da saluti e sorrisi e gli agricoltori, grazie al rapporto familiare e diretto che sanno instaurare, insieme alla spesa amano dispensare consigli, indicazioni e ricette locali. Inaugurazione “Sapori di casa nostra”, Final di Rero, 2 maggio, ore 10,30.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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