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Da Organizzatori

I genitori Mensana, alcuni giorni fa, hanno incontrato l’assessora Cristina Corazzari per illustrarle gli esiti del sondaggio autogestito condotto nella scorsa primavera sul servizio mensa. All’incontro erano presenti anche Mauro Vecchi e Donatella Mauro dell’Istituzione dei servizi scolastici.
In sintesi, il sondaggio ha coinvolto oltre 300 famiglie per un campione complessivo di 1400 pasti (sui 4000 serviti giornalmente), permettendo di delineare le differenze fra il servizio di mensa interna (fornito a nidi e materne comunali) dal servizio di catering (fornito alle scuole statali, dalla materna alle medie). La mensa interna è molto più apprezzata rispetto al catering, per quanto riguarda il gradimento dei pasti e le modalità di somministrazione. Per entrambi i servizi si rilevano anche tratti comuni. I costi sono giudicati in generale elevati e i menù sono troppo sbilanciati verso le proteine di origine animale. Comunque, per la totalità delle famiglie il tempo mensa ha un valore educativo importante, ed i genitori che invocano il pasto da casa (in gran parte utenti del catering) in maggioranza cercano solamente una alternativa alimentare accettabile ad un servizio giudicato scadente. Il risultato più scoraggiante del sondaggio viene dalla inconsapevolezza da parte dei genitori della commissione mensa, il principale organo di controllo delle mense partecipato proprio dai genitori.
Abbiamo avanzato alcune richieste e la risposta dell’amministrazione è stata di generale apertura al confronto, con sfumature diverse rispetto ai singoli temi.
Abbiamo chiesto il mantenimento delle attuali cucine interne (giudicate migliori) e una inversione di rotta rispetto al catering, con l’introduzione ad esempio dei cuoci-pasta presso le scuole. L’assessora assicura che non ci sono progetti di riduzione delle cucine interne (il trend nazionale invece va proprio in questa direzione, ndr) e che si può investigare l’ipotesi del cuoci-pasta. Sulla proposta di (ri)attivazione di cucine interne dove possibile, Corazzari e Vecchi indicano la necessità della collaborazione da parte dei dirigenti scolastici.
Abbiamo chiesto di rivedere lo storico menù onnivoro, vecchio di oltre un decennio, ma anche dei neonati menù vegetariano e vegano. Il primo sconta un eccessivo uso di proteine animali, carne soprattutto (come riconosciuto anche dai nutrizionisti Edgardo Canducci e Mario Berveglieri, in occasione dell’incontro del 13 maggio scorso, ndr). Tutti i menù avrebbero bisogno anche di includere cereali integrali diversi dal frumento. Vecchi indica che questi aspetti sono noti da tempo all’amministrazione e che, quando sarà incaricato il nuovo consulente nutrizionista (al momento il posto è vacante, non si sa fino a quando, ndr) si procederà alla revisione complessiva di tutti i menù.

Infine, sul coinvolgimento delle famiglie e dei comitati genitori nella definizione e controllo del servizio (catering e mensa interna) Mensana propone innanzitutto di migliorare la comunicazione e operatività della commissione mensa, anche rendendo pubblici i nomi dei commissari mensa e coinvolgendoli maggiormente. Inoltre, è stato proposto di giungere in maniera partecipata alla definizione dei prossimi capitolati di gara. Su questa materia Assessorato e Istituzione concordano sulla necessità di mettersi al lavoro presto e in modo strutturato.

L’incontro si conclude con la promessa di rivedersi dopo l’estate per iniziare ad approfondire i singoli temi, a partire dalle commissioni mensa e dai capitolati. Aspettiamo fiduciosi la convocazione da parte dell’Assessora Corazzari.
Ultima nota sul pasto da casa: dopo la modifica del regolamento della refezione scolastica e l’incontro con la ASL locale, la decisione sulla attivazione rimane in capo ai singoli dirigenti. A livello nazionale è invece necessario opporsi al decreto legge (in discussione alla commissione agricoltura del Senato) che trasforma il servizio di refezione scolastica da facoltativo (a domanda individuale) in obbligatorio.

Ferrara, 17 luglio 2017

Comitato Mensana

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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