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da: Elena Bertelli

Anche quest’anno il centro studi Dante Bighi torna ad Arte Fiera e si inserisce nel circuito Art City, con una mostra dedicata alle opere più rappresentative del graphic designer copparese, all’interno di un ex atelier, recuperato, nel cuore di Bologna.
La mostra Memo/Box 1 presenta i sei “Libri Oggetto”, realizzati da Dante Bighi tra il 1972 e il 1981, in cui testi, immagini, impostazione grafica e tipografica e gli stessi formati editoriali costituiscono un unicum del tutto originale e sperimentale, con i quali Bighi ha raggiunto un riconoscimento in campo internazionale, e che, dal 2011, sono entrati nella raccolta dei Libri d’artista dell’Archivio del 900 del Mart di Rovereto. A queste opere sono affiancati altri esempi della ricerca sistematica condotta da Bighi nelle arti applicate, appartenenti alla serie delle “Teche” e alle “Spremute”, nelle quali oggetti e materiali di uso comune o di personale affezione vengono allestiti o manipolati secondo un preciso programma di indagine e comunicazione.
La mostra è allestita negli spazi dell’ex Atelier Corradi, progettato all’inizio degli anni Cinquanta dall’architetto Enrico De Angeli per il sarto Remo Corradi, dove spazi e arredi sono oggi integralmente conservati nella loro forma e funzionalità di origine. Gli ambienti e i mobili sono stati tutelati nel 2012 con decreto del Ministero Beni Culturali, e attualmente utilizzati in modo del tutto affine a quello di concepimento. Villa Bighi e Atelier Corradi sono luoghi in cui pensieri e progetti trovano riscontro nella sfera delle arti applicate, seppure con dinamiche e obiettivi così diversi. Luoghi di memoria in cui si avverte la traccia del lavoro manuale e la capacità di mantenere vive quelle energie che lo hanno guidato.
Una ricognizione fotografica sulla casa studio del grafico Bighi, appositamente realizzata a cura di Oscar Ferrari, propone un raffronto con gli spazi dell’Atelier del sarto Corradi. 
L’esposizione è accompagnata da un ambiente sonoro realizzato con una sequenza di brani musicali legati alla sperimentazione digitale ed elettronica, selezionati per far risaltare gli aspetti di ricerca contenuti nelle opere proposte e nello stesso spazio espositivo.
Inaugurazione e sequenza sonora: venerdì 29 gennaio h 18.30 – Ex Atelier Corradi c/o Cavallo Spose| via Rizzoli 7, Bologna. Ingresso gratuito. Orari di apertura ART CITY Bologna: venerdì 29 gennaio h 10.00 – 20.00 sabato 30 gennaio h 10.00 – 23.00 domenica 31 gennaio h 10.00 – 20.00
Esposizione a cura di Daniele Vincenzi e ambientazione sonora di Maurizio Carli Moretti per Camere Sonore. Ricognizione fotografica di Oscar Ferrari. 
In collaborazione con centro studi Dante Bighi e Ordine Architetti Bologna.

per info
www.dantebighi.org // info@dantebighi.org // 0532 861339
www.cameresonore.net

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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