Skip to main content

da: organizzatori

Martedì 17 marzo 2015, alle ore 17, presso la Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, si terrà la presentazione del libro di Alessandro Chiarelli Il caso Aldrovandi. 2005-2015: i fatti, gli errori, le sentenze, gli altri morti (Faust Edizioni, collana di criminologia, ‘Reato di lettura’).
Ne parleranno con l’autore: Nicola Bianchi (vice capo servizio del Resto del Carlino), Elena Buccoliero (Movimento Nonviolento), Filippo Barbagiovanni Gasparo (avvocato e consulente editoriale). Sarà presente l’editore Fausto Bassini.

Dopo un decennio di parole, libri, slogan e scontri, c’è ancora bisogno di parlare di Federico Aldrovandi, morto durante un intervento sbagliato di polizia?
La risposta è sì. Più che mai.
In questo saggio-inchiesta un funzionario della questura, che ha vissuto e studiato quei giorni, analizza con rigore e imparzialità i fattori concomitanti nel dramma: il gap tecnologico-addestrativo della Polizia di Stato italiana, l’abuso delle droghe nei giovani e l’illusione di controllarle, l’inerzia dei vertici ministeriali.
Mentre altre morti avvenute in circostanze analoghe si sommavano negli anni, nessuno ha saputo dare risposte all’altezza della situazione. Cosa abbiamo imparato dal caso Aldrovandi? L’inaccettabile fine di questo ragazzo può essere l’inizio di un cambiamento, o rimarrà solo un’occasione perduta per tutti?

ALESSANDRO CHIARELLI, responsabile dell’Ufficio minori della questura di Ferrara, insegna in master universitari e ha pubblicato saggi per volumi scientifici. Il romanzo Disonora il padre e la madre (Stampa Alternativa, 2009) ha vinto le selezioni per rappresentare la Polizia di Stato alla Fiera del Libro di Torino.
Nel catalogo Faust Edizioni il noir Che io bruci (2014), finalista al premio nazionale Casa Sanremo Writers.

«Il giudice, per descrivere i giovani come Aldrovandi, usa alcuni aggettivi. Sono tutti aggettivi positivi e condivisibili, ma tra le caratteristiche del ragazzo inserisce un termine questurino, e oggettivamente desueto, come la dicitura “di regolare condotta”. Aldrovandi era di regolare condotta, dice il giudice. Tuttavia nel dibattimento è emerso che egli faceva un uso molto frequente di sostanze stupefacenti, come le usò la notte prima di morire.
Come si può definire questa una regolare condotta? Il particolare lascia sconcertati.» (p. 132)

«Da subito le accuse mosse verso la polizia innescano le reazioni di tutti i sindacati di polizia, alcune delle quali saranno così scomposte da risultare inaccettabili. La questura giunge a farsi rappresentare, in modo informale, dal SAP, sindacato di maggioranza relativa a Ferrara. Alla fine di febbraio del 2006 il segretario nazionale del SAP Gianni Tonelli organizza, nella sala ovale della questura, una conferenza stampa con il beneplacito del questore.
Ad oggi, che un sindacato possa usare un luogo istituzionale per fare una conferenza stampa, non si è più verificato. E mai si era verificato prima.» (p.81)

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it