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Mario Fiorentini è nato il 7 novembre 1918 a Roma da Pacifico, ebreo amante della poesia, della musica e della letteratura e da Maria Moscatelli di religione cattolica. La famiglia faceva parte dell’ambiente laico e democratico sviluppatosi a Roma all’indomani del 1870, stimolato dallo stesso Mazzini Visse la propaganda razzista e antisemita che si concluderà con l’approvazione delle leggi razziali che lo colpirono negli affetti più cari completando la sua formazione antifascista, già sviluppata con la guerra civile spagnola. Protagonista del clima artistico, culturale ed intellettuale della Capitale a partire dagli anni Quaranta si occupa di cinema, di teatro, di poesia Il regista Carlo Lizzani, lo ricorda tra i partecipanti alle serate di cultura cinematografica che si svolgevano a Roma “incontravo sempre un giovane dai capelli lunghi, dall’aria romantica, pallido, che si occupava di poesia, che era Mario Fiorentini e allora non avrei mai sospettato che sarebbe diventato un guerriero, uno dei più coraggiosi gappisti romani”.
Dopo il 25 luglio 1943, con Antonello Trombadori, formò un gruppo di partigiani noto come Arditi del Popolo Dopo l’8 settembre 1943, giorno in cui viene firmato l’armistizio, inizia l’opposizione contro i fascisti e i tedeschi. A Roma nascono i GAP Gruppi d’Azione Patriottica con lo scopo di non permettere alle truppe tedesche di impadronirsi della città e Mario Fiorentini partecipa attivamente alla lotta con molti giovani e compagni del mondo del teatro Il 9 settembre 1943 partecipò alla battaglia contro i tedeschi a Porta San Paolo tra le file degli aderenti al Partito d’Azione; in ottobre organizzò e si pose al comando del GAP centrale, assumendo il nome di battaglia di Giovanni. Collaborò con gli anglo- americani.
Nel dopoguerra si laureò e si occupò di ricerca matematica, concentrandosi principalmente sui metodi omologici in algebra commutativa e in geometria algebrica, in stretto legame con le idee più avanzate di Grothendieck e della sua scuola Dal 1o novembre 1971 fu professore ordinario di geometria superiore all’Università di Ferrara Si dedicò a diffondere la matematica nelle scuole, collaborando con molti giovani, come Ascanio Celestini e Veronica Cruciani.
Venne definito un insuperabile presentatore e affabulatore di racconti sulla matematica contemporanea, algebra commutativa e geometria algebrica.
Mario Fiorentini partigiano, matematico e artista, oggi vive a Roma ed ha compiuto il 7 novembre scorso 103 anni.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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